Scopri tutti gli eventi
Il dato di Eurostat
03.06.2025 - 10:44
Foto di repertorio
L’ombra della povertà si allunga sui più piccoli. In Italia, nel 2024, il 27,1% dei minori vive in condizioni di rischio povertà o esclusione sociale, un dato stabile rispetto all’anno precedente. Ma a preoccupare è l’incremento registrato tra i bambini sotto i sei anni, passati da un tasso del 25,9% nel 2023 al 27,7% nel 2024. Un segnale che punta i riflettori su una fascia d’età particolarmente fragile, spesso invisibile nelle politiche pubbliche.
I dati emergono dalle più recenti statistiche Eurostat, che monitorano il rischio di esclusione sociale attraverso tre indicatori: reddito familiare inferiore al 60% della mediana nazionale, grave deprivazione materiale e bassa intensità lavorativa nel nucleo familiare.
Nel confronto con la media europea, l’Italia si colloca sopra la soglia del 24,2% rilevata nell’Unione Europea per i minori. Un dato, quello europeo, che segna una lieve flessione rispetto al 2023 (24,8%), a differenza del quadro italiano che resta sostanzialmente immobile o peggiora in alcune fasce.
Il rischio di esclusione scende leggermente per i bambini tra i 6 e gli 11 anni, passando dal 26,4% al 25,9%, e anche tra gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni, dove il tasso è calato dal 28,6% al 27,9%. Resta però evidente la vulnerabilità crescente nei primissimi anni di vita, periodo fondamentale per lo sviluppo fisico, emotivo e cognitivo.
Dal punto di vista geografico, il divario tra nord e sud del Paese continua a essere netto: Calabria e Campania restano le regioni con la maggiore incidenza di povertà, con tassi di rischio che sfiorano il 37% e il 35% rispettivamente, seppur in lieve calo rispetto al 2023.
Ma cosa significa essere in grave deprivazione materiale, secondo l’Unione Europea? Vuol dire non poter riscaldare casa, non permettersi pasti proteici regolari, non avere accesso a internet o non disporre di scarpe adeguate. Significa anche non potersi concedere nemmeno piccole spese per sé stessi o vivere privati di occasioni di socialità e svago, anche minime. In Italia, il 4,6% della popolazione è in queste condizioni. In Campania, il dato supera il 10%.
Il rischio povertà non si limita al reddito: coinvolge anche la bassa intensità lavorativa, ovvero famiglie in cui gli adulti lavorano meno del 20% del tempo potenziale. A livello nazionale, la percentuale è al 9,2%, ma in Campania raggiunge il 24,4%, in netta crescita rispetto all’anno precedente.
Questi dati non sono solo numeri. Sono vite reali di bambini e famiglie che affrontano ogni giorno la difficoltà di arrivare a fine mese, che crescono senza pari opportunità e rischiano di vedere compromesso il loro futuro fin dall’inizio.
Il rischio di esclusione sociale nei primi anni di vita è particolarmente critico perché influenza lo sviluppo globale del bambino, riducendo le chance di successo scolastico, benessere psicologico e inserimento sociale.
Edizione
I più letti
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516