Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Curiosità

Tre detti veneti da non perdere: saggezza popolare tra ironia e verità

Il Veneto raccontato attraverso le sue espressioni più colorite e autentiche

Tre detti veneti da non perdere: saggezza popolare tra ironia e verità

Foto di repertorio

I detti popolari non sono semplici frasi: sono il riflesso di un’identità, di un vissuto collettivo, di una filosofia di vita tramandata a voce, da generazione in generazione. E il Veneto, terra concreta e ironica, ne ha un patrimonio vastissimo. Tra battute pungenti e osservazioni affilate, i proverbi veneti sanno essere spiazzanti, poetici, a volte impietosi, ma sempre veri. Ecco tre detti imperdibili per capire (e magari imparare ad amare) lo spirito genuino della gente veneta.

1. “Chi ga tempo no aspeti tempo”

(Chi ha tempo non aspetti tempo)

Un detto che vale più di mille agende digitali: l’urgenza di fare, di non rimandare, è una delle caratteristiche del carattere veneto. Il proverbio racchiude la filosofia del “fare prima che serva”, dell’essere operativi, del non indugiare. È l’invito pratico a rimboccarsi le maniche e a non sprecare il momento, perché il tempo perso, si sa, non torna indietro.

2. “Pezo el tacòn del buso”

(Peggio la toppa del buco)

L'arte della sintesi, tutta veneta: a volte il rimedio è peggiore del problema. Questo proverbio si usa quando si cerca di coprire un errore con una soluzione sbagliata, finendo per peggiorare la situazione. Tipico di chi, nel tentativo di “metterci una pezza”, ottiene un effetto comico o tragico. Ironico ma tagliente, è l’emblema della prudenza pragmatica veneta, che insegna: “meglio pensarci prima”.

3. “El vin fa cantar, el vin fa piantar, el vin fa far anca l’amor”

(Il vino fa cantare, il vino fa piangere, il vino fa fare anche l’amore)

Un detto che racchiude l’intero spettro delle emozioni umane. Il vino, nel Veneto (e non solo), è più che una bevanda: è cultura, compagnia, sentimento. E questo proverbio lo descrive con verità e ironia: dopo un bicchiere si canta, dopo due si piange, e dopo tre… ci si innamora. Una frase da osteria, ma anche da antologia, che celebra la potenza conviviale e trasformativa del buon bere.

Questi tre detti sono solo una piccola parte del ricchissimo patrimonio orale veneto, fatto di espressioni che raccontano il quotidiano con uno sguardo diretto, spesso ironico, sempre profondo. Ridono, riflettono e insegnano. E chi li ascolta non dimentica: perché in poche parole, i veneti sanno dire molto più di quel che sembra.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione