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Bambini ed esclusione sociale
03.06.2025 - 12:45
L’Italia si scopre sempre più fragile dove dovrebbe essere più forte: nella tutela dell’infanzia. A lanciare l’allarme è Eurostat, con dati che fotografano un 2024 drammatico per i più piccoli: il 27,7% dei bambini sotto i sei anni vive in condizioni di povertà o esclusione sociale, in aumento rispetto al già critico 25,9% dell’anno precedente. Numeri che collocano il nostro Paese sopra la media europea (24,2%) e che evidenziano una deriva silenziosa quanto devastante.
A denunciare la gravità della situazione è il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), che sottolinea come il fenomeno stia assumendo le dimensioni di una vera e propria emergenza sociale. “Una società che lascia indietro i bambini – si legge in una nota – compromette il proprio futuro”.
Non migliora la situazione per i minori fino ai 18 anni, con un rischio stabile ma alto al 27,1%, mentre tra gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni si registra un leggero calo, ma si resta su percentuali preoccupanti (27,9%).
Sud dimenticato e docenti al limite
I dati, analizzati nel dettaglio, mostrano una Italia spaccata in due: regioni come Calabria e Campania presentano livelli di povertà doppi rispetto alla media nazionale. Lì, più del 10% della popolazione vive in grave deprivazione materiale: case senza riscaldamento, pasti insufficienti, spese basilari insostenibili.
E in questa mappa del disagio si inserisce un'altra figura dimenticata: quella dei docenti fuorisede. Giovani, spesso precari, impegnati ogni giorno nelle aule italiane ma costretti a vivere in condizioni economiche al limite della sussistenza. “È inaccettabile – denuncia il CNDDU – che chi ha il compito di educare le nuove generazioni non possa permettersi l’affitto o il riscaldamento”.
Le richieste del CNDDU: serve un piano nazionale
Il Coordinamento chiede un intervento diretto al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché si mettano in campo misure straordinarie e strutturali:
Un piano nazionale di contrasto alla povertà infantile, che integri azioni educative e sociali.
Potenziamento dei servizi per l’infanzia nei territori più fragili.
Contributi economici per i docenti fuorisede, calibrati sul costo della vita delle diverse aree.
Investimenti nella scuola pubblica, per garantire ambienti dignitosi, inclusivi e realmente formativi.
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