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05.06.2025 - 06:00
Foto di repertorio
Cosa succede quando il pensiero critico si fonde con la musica, la danza e la narrazione? Succede che un tema complesso come la parità di genere diventa emozione condivisa. È quanto accaduto a Padova con la seconda edizione di “Armonie di Genere”, un evento che ha trasformato la sala del Consiglio Provinciale di Piazza Antenore in un palcoscenico per idee, testimonianze e visioni.
Organizzato dall’associazione Il Cantiere delle Donne con il patrocinio della Provincia, il talk-spettacolo ha saputo intrecciare linguaggi diversi per raccontare un’unica urgenza: costruire una società più equa e inclusiva.
Otto minuti a testa per raccontare il proprio punto di vista sull’equilibrio tra i generi. Questa la sfida accettata da accademici, artisti, attivisti e professionisti che si sono alternati sul palco. Il risultato? Un mosaico vibrante di esperienze: dalla ricerca universitaria alla musica, dalla danza alla comunicazione non verbale, il pubblico ha assistito a un racconto collettivo tanto eterogeneo quanto coeso.
Tra le novità di quest’anno, il lancio del progetto “Cantiere delle Donne Young”, pensato per coinvolgere ragazze e ragazzi in un percorso di consapevolezza.
Particolare attenzione è stata riservata anche all’accessibilità: grazie alla collaborazione con la cooperativa Safes, l’intero evento è stato tradotto nella lingua dei segni, confermando l’impegno verso un’inclusività concreta.
Sul palco si sono alternate figure di grande spessore e sensibilità. Ilaria Beghini, giovane ricercatrice, ha presentato un’analisi sui femminicidi attraverso un innovativo dataset locale. La vocal coach Cristiana Lirussi ha esplorato il legame tra voce e identità. La compagnia Danzacity Limena ha trasformato il movimento in linguaggio emotivo.
Non è mancata la musica, con la performance della band LaMalabarista, metafora vivente dell’equilibrio, e il contributo intenso della cantautrice Caterina Bergo.
La serata ha anche dato spazio a psicologi come Irene Lovato Menin, Silvia Rizzi e Antonia Galvagna, che hanno trattato i nodi psicologici della disparità di genere, e a realtà culturali come Rocking Motion e Aliteia Art, quest’ultima nota per la sua “artivismo” femminista.
L’incontro ha visto anche il contributo di attivisti e protagonisti del sociale: dai fondatori della Pink Run, Michele e Antonio Qualdi, alla regista Martina Acazi, fino all’operatrice olistica Pamela Picelli e alla rappresentante della comunità bielorussa Yulia Bielorussia.
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