Una nuova speranza per le pazienti con tumore al seno metastatico Her2-positivo arriva dal congresso mondiale dell’ASCO, la più importante assise di oncologia clinica, dove sono stati presentati i risultati dello studio internazionale Destiny-Breast09.
Secondo quanto illustrato, l’associazione tra due farmaci mirati – trastuzumab deruxtecan e pertuzumab – è in grado di ridurre del 44% il rischio di progressione o morte rispetto al trattamento standard attuale, rappresentato da taxano, trastuzumab e pertuzumab.
Il dato è frutto di un’analisi ad interim dello studio di fase 3 che ha coinvolto oltre 1.100 pazienti. Non si tratta di un piccolo passo: la sopravvivenza libera da progressione è passata da 26,9 a 40,7 mesi, una differenza clinicamente significativa che potrebbe ridefinire lo standard terapeutico in prima linea per questa forma di tumore aggressivo.
Un trattamento più mirato, meno tossico
Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugato (ADC) che unisce un anticorpo monoclonale specifico per Her2 a una potente sostanza chemioterapica, il deruxtecan. Questo consente di colpire selettivamente le cellule tumorali, limitando i danni ai tessuti sani e aumentando l’efficacia del trattamento.
Il nuovo approccio ha mostrato tassi di risposta obiettiva dell’85,1%, superiori rispetto al 78,6% della terapia standard, e tassi di risposta completa quasi raddoppiati (15,1% contro 8,5%).
Anche la durata della risposta è risultata maggiore: 39,2 mesi contro 26,4.
Verso la cronicizzazione della malattia
Ogni anno in Italia si registrano oltre 53.000 nuove diagnosi di tumore al seno.
Grazie ai progressi terapeutici, però, la sopravvivenza è in netto miglioramento.