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Mobilitazione studentesca

Dagli studenti dell'Arcella un coro alla vigilia del referendum: “Cinque Sì per il nostro futuro”

La Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari scendono in campo in vista del referendum dell’8 e 9 giugno: "Lavoro e cittadinanza ci riguardano, vogliamo un futuro fatto di diritti, sicurezza e dignità"

Lo striscione appeso da Udu all'Arcella

Lo striscione appeso da Udu all'Arcella

Un enorme striscione è calato oggi dal Park dell’Arcella, a Padova, per lanciare un messaggio forte e chiaro: “Cinque Sì per il nostro futuro”. A esporlo sono stati gli attivisti della Rete degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari, in vista del referendum previsto per l’8 e 9 giugno. I cinque quesiti riguardano quattro aspetti legati al lavoro e uno alla cittadinanza, temi che toccano da vicino la vita di giovani, studenti e studentesse, e che li spingono a prendere parola e posizione.

“Viviamo già dentro un mondo del lavoro precario – ha dichiarato Marco Nimis, coordinatore dell’Udu Padova – lo sperimentiamo nei tirocini e negli stage non retribuiti, dove ci vengono affidate mansioni da lavoratori, pur non avendone né le tutele né il riconoscimento. Non vogliamo un futuro da sfruttati. Per questo voteremo sì: per un lavoro dignitoso e protetto.” Ma il sostegno non si ferma alla sola questione lavorativa. “Molti dei nostri compagni – continua Nimis – condividono con noi università e speranze, ma non hanno la cittadinanza italiana e quindi restano esclusi da Erasmus, concorsi pubblici, opportunità. Anche per loro voteremo sì.”

Un’analisi condivisa da Sophie Volpato, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Padova, che sottolinea come il mondo del lavoro entri troppo presto nella vita dei giovani, e troppo spesso in modo pericoloso. “Attraverso l’alternanza scuola-lavoro e i percorsi PCTO entriamo nei luoghi di lavoro senza sicurezza né consapevolezza dei nostri diritti. Quest’anno cinque studenti sono morti durante questi percorsi. L’ultima è Anna, aveva solo 17 anni. Forse non sapeva che poteva dire di no. E forse nessuno gliel’aveva detto. Noi vogliamo che nessun altro muoia mentre sta imparando. Vogliamo tutele vere, e vogliamo che anche chi non ha la cittadinanza abbia gli stessi diritti.”

Nel comunicato congiunto, le due organizzazioni studentesche lanciano un appello a tutte le cittadine e i cittadini che potranno votare: “Avete la responsabilità di farlo anche per chi non può – scrivono – per gli studenti minorenni che presto saranno lavoratori, per gli italiani senza cittadinanza che vivono, studiano e contribuiscono a questo Paese senza esserne riconosciuti. Votare sì significa riconoscere a tutti quello che dovrebbe essere garantito a ciascuno: i diritti.”

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