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Centri Sollievo
06.06.2025 - 17:35
Foto di repertorio
Crescono gli utenti, ma calano i finanziamenti. È l’allarme lanciato dalla consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto, che, insieme alle colleghe Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, ha presentato un’interrogazione per sollecitare un intervento della Regione a favore dei Centri Sollievo, la rete di supporto destinata alle persone affette da disturbi neurocognitivi.
Nati nel 2013 su impulso regionale, i Centri rappresentano oggi un punto di riferimento per migliaia di famiglie alle prese con patologie come Alzheimer, Parkinson e demenze a esordio giovanile. Il numero di utenti è salito costantemente negli ultimi anni: 1.644 nel 2021, 2.028 nel 2022, fino a 2.426 nel 2023. Parallelamente, però, le risorse economiche sono diminuite: da 1,83 milioni di euro nel 2021 a soli 1,6 milioni nel 2023, con un picco negativo nel 2022 (1,5 milioni).
Luisetto ha sottolineato come i Centri Sollievo non siano solo un presidio sociale e sanitario, ma anche uno strumento prezioso per favorire l’inclusione, il benessere degli utenti e l’alleggerimento del carico assistenziale sui caregiver. Il progetto, inoltre, svolge un ruolo strategico nell’intercettazione precoce delle fragilità cognitive, spesso decisive per un decorso più gestibile delle malattie.
Un elemento chiave della rete è il volontariato: nel 2024 si contavano circa 1.800 volontari attivi e oltre 210 realtà operative sparse sul territorio, con una partecipazione crescente anche da parte dei giovani attraverso il Servizio Civile. Un patrimonio umano che, secondo la consigliera, ha permesso lo sviluppo di una collaborazione intergenerazionale con benefici concreti per utenti e operatori.
A fronte di questa crescita, Luisetto ha chiesto alla Giunta – e in particolare all’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin – se sia intenzionata ad aumentare i fondi per i Centri, verificando il numero effettivo di persone in attesa e il livello di operatività dei servizi, spesso sotto pressione e con tempi d’attesa incompatibili con la natura progressiva delle patologie.
“Serve – ha spiegato la consigliera dem – un rafforzamento concreto del sostegno a questi servizi, che oggi rischiano di non riuscire più a garantire una presa in carico tempestiva, proprio quando l’intervento precoce potrebbe fare la differenza”.
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