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14.06.2025 - 08:00
Foto di repertorio
Una svolta attesa nel mondo della gestione faunistica: a partire dal 1° gennaio 2026, chi possiede o lavora con animali esotici e selvatici sarà obbligato a seguire un corso di formazione specifico, come stabilito dal decreto del Ministero della Salute del 3 aprile 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 maggio.
La misura, che diventa ufficialmente operativa, ha l’obiettivo di elevare gli standard di benessere animale, tutelare la salute pubblica e rafforzare la sicurezza ambientale. Una novità importante che coinvolgerà direttamente proprietari, detentori, operatori e trasportatori di specie esotiche e selvatiche, introducendo per la prima volta l’obbligo di una preparazione certificata.
Il decreto impone la formazione a tre categorie principali:
Proprietari di animali da compagnia appartenenti a specie selvatiche ed esotiche incluse nell'allegato I, parte B, del regolamento europeo 2016/429, e già identificati nel Sistema nazionale SINAC;
Operatori e trasportatori che gestiscono animali selvatici o esotici nei contesti soggetti a identificazione nel Sistema I&R;
Professionisti già formati, ma che dovranno integrare le competenze con i nuovi requisiti previsti dal decreto.
Il manuale operativo, allegato al decreto, stabilisce che i contenuti e la durata della formazione varieranno in base a diversi fattori: tipo di specie detenuta, finalità dell’attività e ruolo dell’interessato.
La formazione sarà a carico dei partecipanti e dovrà essere aggiornata ogni cinque anni. I corsi potranno svolgersi in presenza o a distanza, anche grazie alla collaborazione delle Aziende sanitarie locali. Saranno le Regioni e le Province autonome a validare i percorsi formativi e a garantire che ogni anno almeno una sessione venga attivata sul territorio.
Con questa riforma, il Ministero della Salute compie un passo avanti nella regolamentazione della gestione faunistica non convenzionale, un settore spesso lasciato ai margini delle politiche pubbliche. L’obiettivo è duplice: da un lato migliorare le condizioni di vita degli animali esotici detenuti in ambienti domestici o professionali, dall’altro prevenire rischi per l’ecosistema e per la salute umana, legati alla detenzione impropria di specie non autoctone.
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