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Referendum bocciati

Delusione per il mancato quorum, ma il milione di votanti veneti da speranza alla Cgil

La Cgil regionale commenta l'esito del voto: "Non era una battaglia politica, ma un segnale contro la precarietà"

Immagine di repertorio

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“Non è andata come speravamo, è inutile negarlo. Siamo delusi che il referendum non abbia superato il quorum”. Così Tiziana Basso, segretaria della Cgil Veneto, commenta a caldo il risultato del voto referendario. Un esito amaro, quello della consultazione, che però non cancella la determinazione del sindacato né il valore simbolico della partecipazione.

“Non si trattava di un voto per una parte politica – sottolinea Basso – ma di un atto contro un mercato del lavoro sempre più incerto e sfavorevole per le lavoratrici e i lavoratori di oggi e di domani”. A dare una nota di speranza è il dato registrato in Veneto, dove più di un milione di persone si sono recate alle urne. “Un numero tutt’altro che irrilevante – osserva la sindacalista – soprattutto se si considera che i nostri iscritti nella regione sono circa 400mila”.

Secondo Basso, il risultato è frutto di “un impegno straordinario della base militante della Cgil, che ha portato la campagna nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei mercati e persino casa per casa”. E tutto questo, continua, “nonostante l’oscuramento da parte dei grandi media nazionali, gli inviti all’astensione di molte figure istituzionali e la politicizzazione forzata del dibattito negli ultimi giorni”.

Per la Cgil veneta, la sfida ora è proseguire. “Il nostro obiettivo – conclude Basso – è non disperdere le energie impiegate in questa campagna. Vogliamo rafforzare le reti con i soggetti esterni e continuare a lottare per una società più giusta, in cui chi lavora possa arrivare a fine mese, progettare il proprio futuro e non rischiare la vita sul posto di lavoro”.

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