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Eccellenza sanitaria
10.06.2025 - 15:44
Immagine di repertorio
Nei giorni scorsi l’équipe di Ostetricia e Ginecologia del San Bortolo ha affrontato una situazione di rara complessità e delicata emergenza: un parto gemellare podalico in travaglio precipitato, con entrambi i feti in presentazione podalica, impossibile da risolvere con un taglio cesareo a causa dell’avanzato stato del travaglio.
La paziente, giunta in sala parto trasportata dal SUEM, ha richiesto un intervento rapido e altamente specializzato. «L’assistenza a un parto podalico è oggi un evento sempre più raro – ha spiegato il dottor Marcello Scollo, direttore dell’U.O.C. Ostetricia e Ginecologia – e per questo il nostro personale segue periodiche esercitazioni su manichini ostetrici per mantenere le competenze necessarie a gestire emergenze di questo tipo, in linea con le linee guida nazionali e internazionali».
La complessità della situazione ha imposto l’adozione delle corrette manovre di estrazione manuale dei neonati, con la collaborazione immediata dei neonatologi e anestesisti presenti in sala, secondo i protocolli di emergenza. Le due bambine sono nate reattive, con un peso rispettivamente di 1650 e 2150 grammi, e sono state trasferite in Terapia Intensiva Neonatale per un attento monitoraggio data la prematurità e la particolare modalità del parto.
La madre, dimessa regolarmente, segue con attenzione le sue figlie ricoverate in TIN, dove l’accesso ai genitori è garantito 24 ore su 24. «In questo territorio, dove è diffusa la pratica della manovra di rivolgimento per ridurre la presentazione podalica, la percentuale di feti podalici è ridotta al 2% – ha aggiunto la dott.ssa Elisabetta Rebellato, responsabile delle sale parto – ma in caso di gravidanza gemellare come questa, la manovra non è praticabile, e quindi è stato fondamentale il lavoro esperto e coordinato dell’équipe ostetrica».
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