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Viabilità silvo-pastorale

Valdegamberi propone di snellire l’accesso alla viabilità silvo-pastorale per gli operatori delle zone montane del Veneto

Il consigliere regionale del Gruppo Misto presenta una modifica alla Legge Regionale 14/1992 per eliminare l’obbligo di permessi formali, favorendo l’autocertificazione e riducendo la burocrazia

stefano valdegamberi

Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto

Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto, ha presentato oggi un ordine del giorno con una proposta di modifica alla Legge Regionale 14/1992, mirata a semplificare l’accesso alla viabilità silvo-pastorale nelle aree montane del Veneto.

Attualmente, la normativa vigente impone agli agricoltori, allevatori e operatori del territorio di richiedere un permesso formale per poter accedere con i propri mezzi ai fondi agricoli, pena sanzioni amministrative. Secondo Valdegamberi, questo obbligo risulta spesso scollegato dalla realtà operativa delle zone montane, aggiungendo un inutile carico burocratico senza apportare benefici concreti in termini di gestione o controllo del traffico.

“La viabilità silvo-pastorale è fondamentale per l’economia e la vita sociale delle aree montane – ha spiegato il consigliere –. È indispensabile regolamentare l’accesso alla rete viaria senza imporre vincoli irragionevoli. La mia proposta prevede l’introduzione dell’autocertificazione dei requisiti necessari per il transito, in linea con i principi di semplificazione e fiducia nel cittadino sanciti dalla normativa statale (DPR 445/2000).”

Valdegamberi chiede quindi alla Giunta Regionale di sostenere questa modifica legislativa, introducendo procedure più snelle che consentano ai mezzi impiegati nei lavori agricoli, forestali, silvo-pastorali, di vigilanza, antincendio, assistenza sanitaria e veterinaria, nonché ai proprietari dei fondi e a chi deve transitare per motivi professionali, di circolare senza inutili ostacoli burocratici.

Inoltre, il consigliere promuove l’adozione di una linea di indirizzo uniforme presso le amministrazioni locali per garantire certezza del diritto, tutela dell’economia montana e semplificazione amministrativa.

“Purtroppo – ha aggiunto Valdegamberi – abbiamo perso un’occasione per alleggerire la burocrazia a chi lavora in montagna. Non si può pensare che il modello montagna veneta corrisponda a quello della sola provincia di Belluno: la Lessinia, ad esempio, ha un carico di bestiame superiore all’intera provincia bellunese. Vincolare con inutili procedure chi lavora in montagna disincentiva ulteriormente le attività agricole, favorendo l’abbandono del territorio.”

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