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Emergenza servizi pubblici
10.06.2025 - 17:56
Jonatan Montanariello, PD
"Più di 10.000 giorni complessivi di chiusura degli uffici postali in Veneto da aprile 2023 a novembre 2025 sono un numero inaccettabile e allarmante. Si tratta di un segnale chiarissimo del progressivo abbandono istituzionale dei territori, in particolare quelli montani, rurali e periferici". A lanciare l’allarme è Jonatan Montanariello, consigliere regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Seconda Commissione consiliare, nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi a Palazzo Ferro Fini.
Insieme a lui, la capogruppo Dem Vanessa Camani, i rappresentanti della CGIL – Nicola Atalmi (SLC CGIL Veneto) e Marco D’Auria (SLC Poste CGIL Veneto) – e la consigliera comunale di Venezia Emanuela Zanatta. Tutti uniti per denunciare una crisi strutturale degli uffici postali che colpisce in modo sproporzionato le fasce più fragili della popolazione e le zone meno servite del Veneto.
Montanariello ha puntato il dito contro l’inerzia della Giunta regionale, ritenendo insoddisfacente la risposta che demanda ogni responsabilità al Ministero dello Sviluppo Economico: "Siamo di fronte a un arretramento grave dello Stato, che viene giustificato con logiche tecnocratiche e numeriche, senza tenere conto della funzione sociale vitale che svolgono gli uffici postali". Ha poi snocciolato i dati raccolti dalla CGIL: Treviso, Padova e Venezia sono le province più colpite, con una media di 108 giorni di chiusura effettiva per gli uffici interessati dal cosiddetto “Progetto Polis”, finanziato dal PNRR.
Un’iniziativa che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto rafforzare la presenza dello Stato nei piccoli comuni con sportelli unici della Pubblica Amministrazione, ma che secondo Montanariello ha avuto l’effetto opposto: “Nei fatti, ha prodotto isolamento, disagio sociale, digital divide e perdita di presìdi di legalità".
Camani ha sottolineato l’urgenza di riportare il tema al centro del dibattito politico regionale: "Poste italiane è una società a partecipazione pubblica. Non può agire come un’azienda privata qualsiasi, ignorando l’impatto che le sue scelte hanno sulla vita quotidiana delle persone, in particolare anziani e cittadini delle aree interne". Per questo, ha aggiunto, il Pd propone tre misure concrete: l’apertura di un Tavolo regionale con Poste italiane, la sospensione immediata delle chiusure nelle aree disagiate, e l’attivazione di sportelli mobili nelle zone colpite.
Anche i rappresentanti sindacali hanno espresso preoccupazione. Marco D’Auria ha parlato di carenza strutturale di personale come una delle principali cause della situazione, mentre Nicola Atalmi ha messo in guardia dal rischio che le logiche speculative prevalgano: "La vendita di azioni da parte di Poste potrebbe accentuare il taglio dei servizi per aumentare i profitti, con costi sociali enormi pagati dai cittadini".
Emanuela Zanatta ha ricordato la mobilitazione popolare già in atto, come la manifestazione a Trivignano con oltre 400 partecipanti e una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale di Venezia: "Ringraziamo il Pd per aver dato voce alle persone che non hanno voce, quelle più fragili, che oggi vengono trattate come un peso quando sono le fondamenta del nostro Paese".
La battaglia, guidata con forza da Montanariello, punta a evitare che i cittadini del Veneto vengano lasciati soli. "Serve una politica che stia nelle piccole cose – ha concluso – perché sono quelle che danno coesione sociale e senso alla presenza dello Stato nei territori".
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