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Dibattito sul fine vita

Due veneti tra i sei seguiti dall’Associazione Coscioni per l’accesso al suicidio assistito

L’organizzazione: “In un anno oltre 16mila richieste di informazioni sul fine vita, in aumento del 14%”. Ad oggi tredici persone hanno ottenuto il via libera, ma non tutte hanno potuto procedere

Manifestazione dell'associazione a Roma

Manifestazione dell'associazione a Roma

Due cittadini veneti sono attualmente seguiti dall’Associazione Luca Coscioni nell’ambito delle procedure per l’accesso al suicidio medicalmente assistito. I loro casi rientrano tra i sei che il collegio legale dell’organizzazione sta accompagnando in questo delicato percorso. La notizia arriva a pochi giorni dalla diffusione del bilancio annuale delle attività informative dell’associazione, che registra un incremento significativo delle richieste legate al tema del fine vita, con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.

Dall’approvazione della legge che ha chiarito tempi e modalità di accesso al suicidio assistito in alcune regioni, tra cui la Toscana, sono tredici le persone che hanno ricevuto il via libera alla procedura. Di queste, otto hanno effettivamente portato a termine il percorso in Italia, due hanno scelto di non procedere e tre, pur avendo ottenuto l’autorizzazione, non hanno potuto proseguire per ostacoli di tipo pratico o sanitario.

Tra i casi seguiti c’è anche quello di una donna toscana di 54 anni, affetta da sclerosi multipla in forma avanzata, completamente paralizzata. Dopo un primo diniego da parte della Asl, la paziente ha presentato una diffida legale. La Asl ha poi espresso parere favorevole nel luglio scorso, ma la procedura è attualmente bloccata per la mancata indicazione del farmaco da utilizzare.

Nel quadro complessivo si segnalano anche due casi in Friuli Venezia Giulia, uno in Umbria e, appunto, due in Veneto. “Questi percorsi – fa sapere l’Associazione Coscioni – spesso si arenano a causa di ostacoli burocratici o ritardi nelle risposte da parte delle strutture sanitarie”.

Nel frattempo, il servizio informativo gestito dalla compagna di Dj Fabo, Valeria Imbrogno, tramite il Numero Bianco e l’indirizzo email dell’associazione, ha ricevuto negli ultimi dodici mesi ben 16.035 richieste, con una media di 44 al giorno. Di queste, 1.707 riguardano direttamente eutanasia e suicidio assistito, mentre 393 domandano chiarimenti sull’interruzione delle terapie o sulla sedazione palliativa profonda. A 580 persone sono state fornite informazioni specifiche sulle procedure italiane o sui contatti con strutture svizzere, confermando un crescente bisogno di chiarezza e supporto su un tema ancora profondamente divisivo ma sempre più attuale.

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