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Cultura e spettacolo
11.06.2025 - 15:52
Foto dell'annuncio dell'iniziativa
Ritrovare le radici del teatro popolare attraversando il paesaggio agricolo veneto con la forza della narrazione. È questo lo spirito di Far Filò. Storie della terra e del cielo, il nuovo progetto teatrale che porterà, tra luglio e dicembre 2025, spettacoli itineranti nelle sette province del Veneto. Corti rurali, aziende agricole, parchi e chiostri si trasformeranno in palcoscenici d’eccezione, accogliendo una rassegna che intreccia il passato della civiltà contadina con le sfide contemporanee legate alla sostenibilità, alla biodiversità e al cambiamento climatico.
La rassegna nasce nell’ambito del progetto speciale “Coltivare Teatro”, promosso dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, in collaborazione con Arteven, Coldiretti Veneto e il sostegno della Regione del Veneto.
Le sette compagnie vincitrici del bando – Bam Bam Teatro, Teatro Moro, Zelda, Matricola Zero, La Piccionaia, Paola Brolati e Theama Teatro – sono state selezionate da una commissione presieduta da Fabrizio Arcuri, direttore artistico del CSS di Udine, insieme a Carlo Mangolini (TSV) e Mattia Zorzetto (Arteven). I progetti sono stati scelti per la capacità di reinterpretare in chiave contemporanea il valore del filò, antica consuetudine contadina di ritrovo e narrazione collettiva.
«Il teatro nasce dalla terra. Vogliamo recuperare la sua dimensione popolare e radicata nel territorio», ha spiegato Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto. «Con questo progetto valorizziamo le compagnie del territorio e restituiamo centralità alla narrazione orale nei luoghi dove il teatro ha trovato origine».
Entusiasta anche Cristiano Corazzari, assessore regionale alla cultura, che ha evidenziato come Far Filò sia un modo concreto per portare cultura anche nei piccoli centri, rinsaldando il legame tra memoria e innovazione.
Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto, ha sottolineato il valore sociale del progetto: «Con questo teatro delle radici vogliamo aprire le nostre aziende a una nuova forma di accoglienza, capace di raccontare l’agricoltura contemporanea anche nelle sue sfide umane e sociali».
Massimo Zuin, presidente di Arteven, ha ribadito il ruolo fondamentale della cultura immateriale: «Il filò è un patrimonio prezioso, un gesto di comunità che si rinnova. Le compagnie sapranno ridargli voce, anche in spazi non convenzionali».
Sette i titoli selezionati, ognuno con un forte legame con il territorio e le tematiche ambientali.
“Storia di Bee” di Bam Bam Teatro racconta, in forma di favola ecologica e a bordo di un’Ape car-teatro, l’importanza delle api e dell’equilibrio ambientale.
Teatro Moro propone “Dal mulo al drone, ma col motocoltivatore”, un viaggio teatrale ironico tra passato e futuro dell’agricoltura, con protagonisti un agricoltore e un topo.
“Habitat Naturale” de La Piccionaia esplora la dispersione biologica in un immaginario Museo di Storia Naturale, tra narrazione e riflessione scientifica.
Zelda mette in scena “Filare Memoria”, un doppio appuntamento che comprende un laboratorio di comunità e uno spettacolo di narrazione e musica, per recuperare storie locali e condivise.
Paola Brolati con “Filo Filò” invita il pubblico a un filò collettivo in cui raccontare fiabe, memorie e leggende, intrecciando riflessioni su comunicazione e sostenibilità.
Matricola Zero presenta “Nono incontro con gli antenati”, una raccolta di voci, canti e storie orali che rievocano la relazione con i propri avi e con la terra.
Chiude la rassegna “Scano Boa” di Theama Teatro, tratto dal romanzo di Gian Antonio Cibotto, che celebra la simbiosi tra uomo e paesaggio lagunare come elemento fondante dell’identità.
Con due spettacoli per provincia e un totale di 14 appuntamenti, Far Filò si configura come un’esperienza teatrale diffusa, capace di unire le persone attraverso storie, paesaggi e valori condivisi. Un viaggio nella memoria, ma con lo sguardo rivolto al domani.
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