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Ambiente e trasporti

Legambiente contro la deroga al blocco degli Euro 5: “Così si rinvia l’inevitabile”

Le sezioni di Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte denunciano l’ipocrisia delle istituzioni sulla qualità dell’aria: "Il provvedimento è stato deciso a livello nazionale, non dall’Europa"

Immagine di repertorio

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Una nuova presa di posizione netta da parte di Legambiente contro la possibile deroga al blocco della circolazione dei veicoli Euro 5 nelle regioni del bacino padano. Le sezioni regionali di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto accusano il governo e le amministrazioni locali di scaricare la responsabilità su Bruxelles per una misura che, al contrario, è frutto di decisioni politiche nazionali e regionali ben definite.

"Ma quale Green Deal – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – l’Europa non ha nulla a che fare con il provvedimento di limitazione progressiva del traffico. Sono state le Giunte di Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna ad applicarlo, in accordo con il governo italiano. Ora si fa retromarcia, cercando un capro espiatorio nelle istituzioni europee. È la solita politica dello scaricabarile, che da decenni danneggia i cittadini della Pianura Padana".

Al centro della critica, c’è la gestione della qualità dell’aria: secondo Legambiente, il problema viene costantemente rimandato, mentre mancano investimenti significativi per incentivare la transizione ecologica e rafforzare il trasporto pubblico. Il blocco degli Euro 5, previsto dal decreto legge del 12 settembre 2023, n. 121, affonda le sue radici nell’accordo interregionale per il risanamento dell’aria del 2017. Eppure, denunciano le associazioni ambientaliste, in questi anni non è stato fatto nulla per accompagnare cittadini, lavoratori e imprese in un cambiamento necessario.

"Famiglie, artigiani e piccole imprese si trovano ad affrontare obblighi e costi senza alcun sostegno adeguato – spiegano le sezioni regionali – mentre lo Stato continua a finanziare opere come il ponte sullo Stretto, ignorando le oltre 50mila morti premature ogni anno causate dallo smog. Nulla è stato stanziato per il microcredito, il social leasing o per potenziare la rete di trasporto pubblico nelle aree più esposte".

Critiche anche alla gestione degli incentivi all’acquisto di auto elettriche, giudicati inefficaci: troppo pochi, male distribuiti e a favore delle auto a combustione. Nel frattempo, altre fonti emissive come il riscaldamento domestico o l’agricoltura vengono ignorate nonostante le ripetute richieste di intervento da parte delle regioni padane.

Secondo Legambiente, evocare un’opposizione generica e diffusa verso l’elettrico è solo un pretesto per giustificare l’assenza di una visione politica coerente. “La realtà – concludono – è che si preferisce alimentare il dibattito ideologico piuttosto che offrire risposte concrete a un’emergenza sanitaria e ambientale non più rinviabile”.

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