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Tratto maledetto fiume Brenta
14.06.2025 - 12:41
Foto di repertorio
In poco più di vent’anni, dieci persone hanno perso la vita nello stesso tratto del fiume Brenta, a valle del ponte di Campo San Martino. Un’area apparentemente innocua, una spiaggetta di ghiaia che ogni estate diventa teatro di tragedie. Una situazione ben nota ai soccorritori e ai residenti, tanto da averle valso il nome di “spiaggetta della morte”.
Con l’arrivo della bella stagione e i primi bagnanti già presenti, il presidente della prima commissione del Consiglio regionale, Luciano Sandonà, ha rinnovato la richiesta di chiudere l’accesso all’area durante i mesi estivi.
Secondo il consigliere, l’elevato numero di incidenti verificatisi in quel tratto – tutti nello stesso punto, poco sotto il ponte – impone un intervento concreto. È stato ricordato come tra le vittime ci fossero anche due giovani annegati nel luglio 2024, uno dei quali, Stefan Cristoiu, era deceduto mentre tentava di salvare un’altra persona. Altri episodi si erano verificati negli anni precedenti: nel 2023, nel 2018 e nel 2011.
L’area risulta già soggetta a divieto assoluto di balneazione, segnalato da cartelli ben visibili, ma ciò non ha impedito a decine di persone di entrare comunque in acqua. Le insidie si nascondono sotto la superficie: correnti imprevedibili, fondali disomogenei e vortici che non lasciano scampo.
Il consigliere ha ritenuto che la sola segnaletica non sia più sufficiente e che sia necessario intervenire con misure fisiche, come una recinzione alta e barriere che impediscano l’accesso ai non autorizzati.
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