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Maltempo devastante in Veneto, Coldiretti: “Coltivazioni distrutte, serve un piano urgente contro la crisi climatica”

Il presidente Salvan: “Danni ingenti tra Verona e Vicenza. Gli agricoltori hanno bisogno di strumenti concreti per difendersi”

Maltempo devastante in Veneto, Coldiretti: “Coltivazioni distrutte, serve un piano urgente contro la crisi climatica”

Foto di repertorio

Un'altra giornata nera per l’agricoltura veneta. La violenta ondata di maltempo che si è abbattuta martedì pomeriggio sulle province di Verona e Vicenza ha lasciato dietro di sé una scia di devastazione, colpendo in particolare vigneti e frutteti, pilastri dell’economia agricola locale.

A tracciare il bilancio è Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto: “I danni più gravi si registrano nei vigneti della zona di Lonigo (Vicenza) e nei frutteti attorno a San Bonifacio, Zevio e nei comuni limitrofi del Veronese. La grandine, i forti venti e le intense precipitazioni hanno colpito duramente le colture in piena fase produttiva”.

Secondo Salvan, si tratta dell’ennesima dimostrazione di un fenomeno che non può più essere definito emergenza, ma “una vera e propria tropicalizzazione del clima, con eventi estremi sempre più frequenti e violenti”.

Coldiretti, oltre alla consueta stima dei danni, intende spingere affinché si attivino strumenti di gestione del rischio accessibili e concreti: “È fondamentale dotare gli agricoltori di mezzi di difesa attiva e passiva, per proteggere le aziende da eventi climatici devastanti. E serve rendere efficaci e sostenibili i meccanismi assicurativi”.

L’allarme non riguarda solo i singoli imprenditori agricoli, ma l’intera filiera produttiva: “Quando un raccolto viene compromesso, a pagarne le conseguenze sono anche le imprese che trasformano, distribuiscono e commercializzano quei prodotti”, avverte Salvan.

Infine, l’appello: “È ora di mettere davvero in sicurezza l’agricoltura, altrimenti rischiamo di perdere non solo reddito e lavoro, ma anche la nostra capacità di garantire cibo di qualità e territorio curato. Il cambiamento climatico non aspetta, e nemmeno i nostri agricoltori possono più farlo”.

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