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Marcia per la pace

Contro il riarmo e la militarizzazione dell’Europa: Sinistra Italiana e 450 realtà locali del Veronese a Roma per pace, disarmo e giustizia

Sabato 21 giugno la manifestazione nazionale “Ferma il riarmo e #StopRearmEu” vede la partecipazione della Sinistra Italiana di Verona insieme a centinaia di associazioni e movimenti locali

Immagine di repertorio

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Sabato 21 giugno la Sinistra Italiana di Verona sarà in piazza a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale “Ferma il riarmo e #StopRearmEu”, un’iniziativa che si oppone con forza alla guerra, al riarmo, alla pulizia etnica e al militarismo crescente in Europa e nel mondo. La mobilitazione arriva in un momento in cui, secondo i promotori, si assiste a una pericolosa delegittimazione degli organismi internazionali e a un aumento della supremazia militare, a discapito di una necessaria politica di pace, giustizia e disarmo.

Il dato che più preoccupa è il continuo aumento delle spese militari globali, che nel 2024 hanno raggiunto la cifra record di 2.700 miliardi di dollari, alimentando una corsa agli armamenti che accende tensioni e conflitti. “Le armi chiamano guerra”, si legge nel comunicato, sottolineando come questo modello economico della guerra e della morte sottragga risorse fondamentali a welfare, sanità, istruzione e trasporti.

In questa direzione, la Sinistra Italiana di Verona ha presentato una mozione ai gruppi consiliari dal titolo “Tacciano le armi, cessi il fuoco, si fermi l’industria bellica, non si pronuncino parole d’odio”, ispirata a un appello lanciato da sindaci e vescovi di città simbolo della pace come Verona, Firenze, Assisi e Lampedusa, dopo la scomparsa di papa Francesco.

Verona, città che ha aderito al Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, si schiera quindi senza esitazioni contro le armi e l’industria bellica che continua a finanziare una produzione di morte, sotto il pretesto della sicurezza dei popoli. “Una pace disarmata e disarmante è l’unica via possibile”, ribadiscono gli organizzatori, evidenziando come la soluzione ai conflitti debba passare per i negoziati e non per l’escalation armata.

Le istituzioni, a loro avviso, devono impegnarsi concretamente per sostenere gli organismi internazionali di pace e promuovere la riconversione produttiva delle aziende che oggi realizzano armamenti. Contrariamente all’attuale governo, secondo la Sinistra Italiana, è necessario investire in ricerca, sviluppo tecnologico e sanità, non nelle armi.

Dopo la partecipazione alla manifestazione per Gaza dello scorso 7 giugno, la Sinistra Italiana scende nuovamente in piazza il 21 giugno, accanto a 450 realtà pacifiste, laiche e cattoliche, che si oppongono anche al piano europeo da 800 miliardi di euro che consente agli Stati membri di sforare il limite del 3% del rapporto deficit/Pil senza sanzioni, una deroga che finanzia indirettamente la spesa militare.

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