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Solidarietà attiva

“Accoglienza per la Pace”: un incontro pubblico a Vigonovo per promuovere azioni concrete di solidarietà verso chi vive guerre e oppressioni militari

La Rete per la Pace della Riviera del Brenta organizza una serata con collegamenti diretti da Palestina e Ucraina, testimonianze e il racconto del progetto di accoglienza che coinvolge famiglie e giovani del territorio

Locandina dell'evento

Locandina dell'evento

La Rete per la Pace della Riviera del Brenta, con il patrocinio del Comune di Vigonovo, promuove un incontro pubblico che si terrà lunedì 23 giugno alle ore 20.45 presso il patronato di Vigonovo. L’evento, ad ingresso libero, ha l’obiettivo di coinvolgere cittadini, associazioni, Comuni, parrocchie e giovani del territorio in iniziative concrete di solidarietà verso le persone che vivono situazioni di guerra o oppressione militare.

La serata prevede collegamenti diretti con Palestina e Ucraina, la presentazione del progetto “Accoglienza per la Pace” e testimonianze di famiglie e giovani che hanno già partecipato alle iniziative della rete. Attraverso queste esperienze si intende far riscoprire ai partecipanti il proprio ruolo attivo nei processi di pacificazione, superando la sensazione di impotenza spesso associata ai conflitti, grazie alla conoscenza diretta e al rapporto umano con chi è coinvolto nelle guerre.

«La Rete per la Pace nasce per far sentire i cittadini protagonisti nella costruzione della pace», spiega Paolo Della Rocca, portavoce della Rete per la Pace della Riviera del Brenta. «Mentre la guerra può essere delegata a specialisti, la pace è una responsabilità che riguarda ciascuno di noi. Spesso ci sentiamo distanti e impotenti di fronte alle tragiche notizie quotidiane, ma vogliamo rompere questa dinamica attraverso il contatto diretto con le persone coinvolte nei conflitti».

Il progetto “Accoglienza per la Pace” ha già dato i suoi frutti: nel settembre 2024 famiglie del territorio hanno ospitato giovani provenienti da zone di guerra, offrendo loro momenti di serenità lontani dal trauma quotidiano. «Questi ragazzi affrontano situazioni difficili, dall’allarme aereo in Ucraina ai checkpoint in Palestina, che interrompono brutalmente la loro naturale voglia di futuro», prosegue Della Rocca. «Garantire loro anche solo una settimana di spensieratezza significa rompere l’isolamento e restituire speranza, dimostrando che qualcuno li pensa e che vale ancora la pena costruire un futuro».

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