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Oggi lo sciopero generale, trasporti pubblici a rischio: treni fermi e disagi in arrivo

Coinvolti treni, autobus, vaporetti, tram, aeroporti e autostrade

Sciopero ferroviario l'8 settembre: a rischio i treni in tutta Italia

Foto di repertorio

Ventiquattro ore di disagi in arrivo per chi si sposta con i mezzi pubblici. A partire dalle 21 di giovedì 19 giugno e per tutta la giornata di venerdì 20, è stato indetto uno sciopero nazionale del trasporto pubblico che coinvolgerà i principali comparti: ferroviario, locale, portuale e aeroportuale, oltre ai servizi autostradali. L’agitazione è promossa dai sindacati di base CUB, SGB e USB e si preannuncia ad alta adesione, come già avvenuto nei precedenti scioperi.

Treni: stop e ritardi fino a venerdì sera

Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, lo sciopero coinvolgerà il personale del Gruppo FS e avrà effetti su treni regionali, Intercity e Frecce fino alle 21 di venerdì. Trenitalia garantisce i servizi essenziali nelle fasce protette 6–9 e 18–21 nei giorni feriali. I viaggiatori che intendono rinunciare al viaggio possono richiedere il rimborso secondo le modalità indicate sul sito ufficiale, oppure riprogrammare la partenza, compatibilmente con la disponibilità dei posti.

Venezia: a rischio bus, tram, vaporetti e parcheggi

Sul territorio veneziano, lo sciopero coinvolgerà i servizi AVM/ACTV dalle 00.00 alle 23.59 del 20 giugno. Saranno garantiti autobus e tram durante le fasce orarie 6–8.59 e 16.30–19.29. Per quanto riguarda la navigazione, saranno attivi solo i collegamenti minimi, riservati agli utenti muniti di tessera Venezia Unica, con prenotazione obbligatoria. L’agitazione coinvolgerà anche il personale dei parcheggi AVM, del People Mover (servizio garantito a fasce) e della rete di vendita Vela.

Disagi anche negli aeroporti

Anche gli scali aerei subiranno l’impatto dello sciopero. Dalla mezzanotte alle 23.59 di venerdì si fermeranno operatori di terra, addetti ai bagagli e personale dei bus navetta. I voli saranno garantiti solo durante le fasce protette, ovvero 7–10 e 18–21, come stabilito dall’Enac.

Le ragioni della protesta

Lo sciopero non è solo legato a questioni contrattuali. Le sigle sindacali promotrici denunciano un quadro di emergenze sociali e politiche: il genocidio in Palestina e le relazioni con Israele, lo sfruttamento lavorativo, la stagnazione salariale, l’assenza di politiche abitative e industriali efficaci, il peggioramento della sicurezza sul lavoro e le recenti misure governative considerate repressive. I lavoratori chiedono una riforma degli ammortizzatori sociali e interventi concreti per i diritti e la dignità nei luoghi di lavoro.

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