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Zaia sul terzo mandato: “Io penso a governare, non a fare telefonate”

Il presidente del Veneto risponde da Padova alle tensioni nel centrodestra: “Nessuna ansia, ma dispiace che i veneti possano essere privati del diritto di scegliere”

Sicurezza: Zaia unisce la sua voce a quella dei sindaci veneti

Luca Zaia non cambia registro: anche di fronte al possibile naufragio dell’accordo sul terzo mandato, il presidente del Veneto mantiene toni pacati e una posizione di distacco dalle tensioni che attraversano il centrodestra. “Il problema non è mio – ha dichiarato questa mattina da Padova – io penso a governare, ad affrontare i problemi dei veneti fino all’ultimo giorno del mio mandato. Non ho paturnie, non perdo il sonno”.

Il governatore ha parlato ai cronisti senza accenni polemici, ma con fermezza, mentre si fa sempre più probabile uno stop definitivo alla possibilità di ricandidarsi. “Mi dispiace solo che ci possa essere qualcuno intenzionato a togliere ai veneti la possibilità di scegliere da chi farsi governare – ha detto – se andrà così, sarò l’unico a cui sarà vietato candidarsi in Veneto”.

Zaia ha poi smentito categoricamente qualsiasi coinvolgimento attivo nelle trattative romane. “Non passo le giornate al telefono, e sfido chiunque a dire di aver ricevuto una mia chiamata su questo tema. Bisogna restare concentrati, non distrarsi, e continuare ad avere un rapporto diretto con i cittadini”.

Sulla linea di chiusura espressa dal coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, Zaia ha evitato ogni commento polemico. “Non l’ho mai sentito, non ho idea delle sue posizioni personali”, ha dichiarato. Ha poi fatto un breve accenno al tema della cittadinanza per i giovani stranieri proposto da FI: “Loro vorrebbero concederla dopo 10 anni di scuola dell’obbligo, quindi a 16 anni. Ma già oggi nel nostro Paese la cittadinanza si ottiene a 18. Alla fine, sarebbe solo un anticipo di due anni”.

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