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Venezia, allarme verde: "Tagli fuori stagione e abbattimenti sospetti"

WWF e Lipu denunciano il Comune: interventi non a norma e rischi per flora, fauna e salute pubblica

Venezia, allarme verde: "Tagli fuori stagione e abbattimenti sospetti"

Foto di repertorio

Potature eseguite in piena stagione vegetativa, abbattimenti improvvisi e senza apparente giustificazione, nuovi alberi lasciati morire e nessun ripristino delle alberature. È questo lo scenario delineato da WWF e Lipu in una nota congiunta inviata alla Polizia Provinciale, agli Uffici del Verde del Comune di Venezia e alla Città Metropolitana. Il documento, firmato da Gianpaolo Pamio (delegato Lipu) e Roberto Sinibaldi (WWF), raccoglie le segnalazioni di cittadini e attivisti, supportate da sopralluoghi condotti da esperti forestali.

Le due associazioni hanno ritenuto necessario chiedere il ripristino della Consulta per l'Ambiente, abolita nel 2016, ritenendola uno strumento fondamentale per ristabilire un confronto strutturato e continuo con la cittadinanza su temi ambientali.

Le associazioni hanno riferito di aver ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini, spesso corredate da foto e video, che denunciavano abbattimenti di alberi considerati pericolosi da parte del Comune. I cittadini avrebbero manifestato una crescente preoccupazione per la rapidità e l’ampiezza degli interventi. Dai sopralluoghi condotti da volontari e da un dottore forestale incaricato, è emerso che tutte le piante abbattute erano state oggetto in passato di potature ripetute e spesso non necessarie.

Secondo quanto dichiarato nella nota, le potature continuerebbero ad avvenire fuori stagione, in mesi cruciali per la crescita vegetativa come giugno e luglio, e in assenza di condizioni emergenziali come rotture accidentali dovute al maltempo. Si tratterebbe, invece, di interventi sistematici su interi filari di alberi, in contrasto con quanto stabilito dal Regolamento comunale per la tutela e promozione del verde, adottato dal Consiglio comunale nel 2003.

Le associazioni hanno ricordato che il regolamento prevede una pianificazione anticipata delle potature nel rispetto dei cicli biologici delle piante, consentendo interventi straordinari solo in caso di pericolo effettivo per la pubblica incolumità. Inoltre, viene sottolineato che ogni intervento di potatura dovrebbe tenere conto delle conseguenze sul metabolismo della pianta, sul surriscaldamento della corteccia, sulla proliferazione di germogli deboli e sull’esposizione del legno a funghi e insetti patogeni.

WWF e Lipu hanno poi evidenziato che, nei siti oggetto degli interventi – come il parco Albanese alla Bissuola, via San Donà, Carpenedo, via Fratelli Bandiera a Marghera – non sarebbero state adottate nemmeno le minime misure di protezione post-intervento, come l’applicazione della corteccia artificiale sui tagli.

La cittadinanza avrebbe inoltre segnalato la mancata ricostituzione di filari in zone come via Bissuola e via Altinia, oltre alla moria di alberature di nuovo impianto in aree come via Beccaria a Marghera e in via Altinia, nel tratto verso Dese. Le due associazioni hanno spiegato che tali decessi vegetali avrebbero potuto essere limitati con la semplice pratica della pacciamatura, utilizzando trucioli di legno o teli in fibra di cocco biodegradabile, capaci di proteggere le radici dal sole e di trattenere l’umidità.

Un’altra questione sollevata riguarda la fauna selvatica: WWF e Lipu hanno ricordato che il periodo in cui si stanno svolgendo gli abbattimenti è particolarmente delicato per molte specie in nidificazione, tutelate dalla legge 157/1992. In particolare, hanno fatto notare che alcune specie, come i pipistrelli, si nascondono in cavità e cortecce difficilmente individuabili, anche da personale esperto, rendendo gli interventi rischiosi per la loro sopravvivenza.

Le associazioni hanno anche posto l’accento sul ruolo fondamentale del verde urbano nella mitigazione dell’inquinamento atmosferico e dell’effetto serra. Hanno spiegato che l’assenza di aree verdi comporta una serie di svantaggi, sia economici – come il deprezzamento delle aree – sia ambientali, con un aumento del consumo energetico per la climatizzazione. Tali osservazioni sono coerenti con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che riconosce agli spazi verdi un importante valore per la salute mentale e fisica delle persone, la coesione sociale e la riduzione dell’esposizione a inquinanti e rumore.

In merito all'inquinamento atmosferico, le associazioni hanno richiamato l’urgenza della situazione nella Pianura Padana, dove si registrano tassi di mortalità legati alle polveri sottili tra i più alti d’Europa. Hanno suggerito l’uso di essenze sempreverdi, come il Leccio (Quercus ilex), per il loro contributo alla fotosintesi e alla ritenzione del particolato anche nei mesi invernali. Inoltre, hanno indicato l’Edera (Hedera helix) come possibile soluzione vegetale: si tratterebbe di una pianta autoctona, rapida nella crescita, capace di adattarsi a muri, piloni, barriere fonoassorbenti e guardrail senza comprometterne la stabilità, e utile anche come rifugio per la fauna.

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