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Formazione e welfare
20.06.2025 - 15:56
Giorgio Sbrissa, amministratore delegato Enaip Veneto
È stato presentato oggi, nella sede dell’Opera Immacolata Concezione di Padova, il nuovo “Progetto di qualificazione professionale degli operatori di assistenza familiare”, un’iniziativa ambiziosa promossa da Enaip Veneto e finanziata dalla Regione del Veneto con un milione di euro di fondi europei FSE+. Obiettivo: formare, riconoscere e integrare pienamente nel sistema di welfare regionale le cosiddette “badanti”, figure chiave nel sostegno quotidiano agli anziani, spesso sottovalutate e prive di adeguati strumenti.
Il progetto – primo nel suo genere in Veneto per ampiezza e approccio sistemico – mette in rete oltre 50 realtà pubbliche e private: comuni capoluogo, aziende sanitarie, associazioni familiari e sindacali, cooperative sociali, università, enti di formazione, Caf e agenzie del lavoro. Un fronte comune per affrontare una sfida sempre più pressante: l’invecchiamento della popolazione. Secondo Istat, nel 2050 gli over 80 in Veneto saranno il 14% della popolazione, con pesanti ricadute sul sistema socio-sanitario e sulle famiglie, spesso in difficoltà nel reperire personale qualificato per l’assistenza domiciliare.
Tra i punti deboli della figura dell’assistente familiare, il progetto evidenzia la mancanza di formazione, l’assenza di garanzie contrattuali, il limitato riconoscimento sociale e istituzionale e l’isolamento professionale. La risposta è un corso gratuito in modalità e-learning, accessibile da pc, tablet e smartphone, articolato in quattro moduli per un totale di 60 ore, con lezioni video e test di autovalutazione. Al termine, chi supererà la valutazione finale riceverà un attestato valido per l’iscrizione al Registro regionale degli assistenti familiari e un voucher di 300 euro. L’obiettivo è coinvolgere 820 partecipanti entro settembre 2026, tra persone occupate e disoccupate.
Per favorire l’inclusione, è previsto anche un accompagnamento personalizzato (12 ore di orientamento e counseling), mentre da settembre partiranno 80 eventi in presenza e 24 webinar per rafforzare le competenze acquisite. Due università, Padova e Ca’ Foscari, cureranno le ricerche su integrazione nei servizi e regolarità contrattuale.
I numeri del settore confermano l’urgenza di un intervento strutturato: secondo Inps, nel 2023 in Veneto c’erano 35.915 badanti regolari, pari al 56,4% dei lavoratori domestici, in calo rispetto al 2022. Ma si stima che altre 35-40mila persone lavorino in nero. La presenza regolare è più alta a Padova e Verona, con oltre 7mila badanti ciascuna.
«Questo progetto – ha dichiarato Giorgio Sbrissa, AD di Enaip Veneto – rafforza il nostro ruolo nel formare figure fondamentali per il welfare. Riusciamo a intercettare i bisogni reali della società e a offrire risposte concrete». Dello stesso avviso l’assessore regionale alla Formazione Valeria Mantovan, che ha parlato di «una sfida per migliorare la qualità della vita dei più fragili». Per l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, «valorizzare l’assistenza domiciliare significa promuovere la qualità della vita degli anziani e rafforzare la domiciliarità».
Anche il demografo Enrico Di Pasquale ha ricordato come il “lavoro di cura” sarà sempre più centrale in un Paese con saldo negativo tra nati e morti: «Oggi in Italia abbiamo 1,6 milioni di lavoratori domestici, la metà dei quali irregolari». Il futuro del settore, ha concluso il futurista Francesco Brunori, «dipende dalla nostra capacità di innovare e sperimentare nuove soluzioni per un welfare più inclusivo».
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