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Caccia e biodiversità
20.06.2025 - 18:20
Andrea Zanoni, consigliere regionale del Veneto e coordinatore nazionale dell’Osservatorio ‘Tutela Animali’ di Europa Verde
“La decisione della Conferenza Stato-Regioni di autorizzare in deroga l’abbattimento di oltre 800.000 uccelli selvatici, tra fringuelli e storni, è un grave passo indietro nella tutela ambientale e una violazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE”. A lanciare l’allarme è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Veneto e coordinatore nazionale dell’Osservatorio ‘Tutela Animali’ di Europa Verde, che critica duramente la delibera del 12 giugno 2025, approvata a livello nazionale.
“È una scelta irresponsabile – dichiara Zanoni – che espone il nostro Paese al rischio concreto di una nuova procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea, con pesanti sanzioni economiche e possibili danni erariali per le Regioni che adotteranno queste deroghe illegittime”.
Zanoni ricorda come, nel 2023, da europarlamentare, fosse riuscito a bloccare provvedimenti simili grazie al lavoro congiunto con le associazioni ambientaliste e a un costante dialogo con la Commissione europea. “Oggi il Governo Meloni – aggiunge – cede nuovamente alle pressioni delle lobby venatorie, riportando l’Italia indietro di quindici anni”.
Secondo i dati riportati da Europa Verde, per il 2025 sono stati autorizzati in deroga l’abbattimento di 581.302 fringuelli e 230.379 storni, distribuiti tra le Regioni italiane in base al numero di cacciatori. Solo al Veneto sono stati assegnati 70.123 fringuelli e 29.842 storni, mentre alla Lombardia spetteranno 97.637 fringuelli e 41.552 storni. Segue la Toscana con 119.847 fringuelli, il Lazio con 83.792 fringuelli e 35.660 storni, e così via per le altre regioni, da Umbria e Marche fino alla Puglia.
Zanoni sottolinea come la Direttiva europea consenta deroghe soltanto in casi eccezionali, per piccole quantità e solo se non esistono alternative praticabili. “La Corte di Giustizia Ue – ricorda – ha già condannato l’Italia nel 2010 per l’abuso di queste deroghe. Non si può giustificare la caccia con tradizioni o motivazioni generiche: la Corte ha stabilito che la tutela della fauna selvatica prevale”.
In conclusione, il rappresentante di Europa Verde lancia un monito chiaro: “Queste deroghe sono giuridicamente insostenibili. Chi le approverà, si assumerà la responsabilità di violare il diritto europeo e l’articolo 9 della Costituzione italiana, che tutela l’ambiente e la biodiversità. Ci opporremo in tutte le sedi a questa deriva filovenatoria che mina la legalità e il rispetto della fauna selvatica”.
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