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Attualità
21.06.2025 - 09:39
Foto di repertorio
Una giornata da dimenticare per residenti e turisti, intrappolati nella bellezza di una città al collasso. Il venerdì che ha segnato la fine della primavera si è trasformato in una vera e propria odissea per la mobilità lagunare: lo sciopero nazionale del trasporto pubblico, proclamato dai sindacati di base Usb, Sgb e Cub Trasporti, ha bloccato tram, autobus, vaporetti e treni, mandando in tilt il sistema di collegamento tra Mestre e Venezia.
Alta adesione e servizi ridotti al minimo
Secondo i dati forniti da Actv, l'adesione allo sciopero ha superato il 60% nel trasporto su gomma e ha sfiorato il 75% nella navigazione. Le fasce orarie di garanzia sono state rispettate, ma al di fuori di queste finestre il servizio si è praticamente fermato. Migliaia di persone si sono ritrovate a piedi o costrette a usare mezzi propri, contribuendo a un congestionamento mai visto prima.
Stazioni ferroviarie prese d’assalto
Il traffico ferroviario è stato duramente colpito: oltre un centinaio di corse cancellate in Veneto, con ritardi fino a tre ore. Le linee regionali più penalizzate sono state quelle da e per Venezia, comprese le tratte verso Padova, Verona e Trieste. Anche le Frecce dirette a Roma e Milano hanno subito ritardi e soppressioni. Le stazioni di Venezia Santa Lucia, Mestre, Padova e Treviso sono diventate luoghi di bivacco per centinaia di viaggiatori in attesa.
Traffico paralizzato sul Ponte della Libertà
Dalle prime luci dell’alba, il Ponte della Libertà è stato invaso da file interminabili di auto. Il traffico ha raggiunto picchi critici nel pomeriggio, mentre i parcheggi cittadini – da Piazzale Roma al Tronchetto – sono andati esauriti rapidamente. La parziale chiusura dell'autorimessa comunale ha peggiorato ulteriormente la situazione.
Rivendicazioni e polemiche
Alla base della protesta, richieste di aumenti salariali, condizioni di lavoro più sostenibili e un nuovo contratto integrativo giudicato insoddisfacente. I manifestanti denunciano la crescente precarietà e chiedono un cambio di rotta da parte delle istituzioni: “C’è sempre denaro per la difesa, ma mai per chi lavora nei servizi essenziali”, hanno affermato i sindacalisti in presidio a Piazzale Roma.
Un'emergenza sotto il sole
Il disagio si è ulteriormente aggravato a causa del caldo torrido, con temperature superiori ai 30 gradi. L’attesa in auto è diventata insostenibile e solo l’intervento della Polizia Locale ha evitato il peggio, con presidi nei punti più critici. Il Comune ha scelto di mantenere aperto il ponte per garantire gli spostamenti legati a scuola e lavoro, in una giornata già resa complicata dagli esami di terza media e maturità.
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