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Brenta sorvegliato speciale: intensificati i controlli contro i bagni pericolosi

Sandonà (Lega): «Basta tuffi incoscienti, il fiume è insidioso"

Brenta sorvegliato speciale: intensificati i controlli contro i bagni pericolosi

Luciano Sandonà, Lega

Controlli più serrati lungo le rive del Brenta, in particolare tra i comuni di Piazzola sul Brenta, Campo San Martino e Cittadella, per fermare il fenomeno dei bagni nei tratti più pericolosi del fiume. A dare notizia del rafforzamento delle attività di vigilanza è il consigliere regionale Luciano Sandonà (Lega – LV), presidente della Prima commissione del Consiglio del Veneto, che torna a sollecitare attenzione su un problema che, con l’arrivo del caldo, si ripresenta ogni anno.

«Voglio ringraziare il presidente Luca Zaia per aver riportato all’attenzione pubblica il tema dei bagnanti imprudenti – dichiara Sandonà – e le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri della Compagnia di Cittadella, che nel fine settimana hanno intensificato i controlli in alcune delle zone più a rischio».

Nelle giornate più afose, il Brenta diventa meta per centinaia di giovani in cerca di refrigerio. Ma quel tuffo in apparenza innocuo può trasformarsi in tragedia: correnti imprevedibili e fondali insidiosi rendono infatti pericoloso nuotare in quei tratti. «Conosco bene la situazione – aggiunge Sandonà – in passato ho assistito personalmente ragazzi in difficoltà nelle acque, invitandoli a uscire. Eppure i divieti di balneazione, pur chiaramente indicati, vengono spesso ignorati, con esiti drammatici».

L’episodio più recente riguarda un giovane deceduto nel Piave, a San Biagio di Callalta. Ma sono diversi i casi di annegamento registrati nel Brenta, nonostante le ordinanze in vigore e gli appelli alla prudenza.

Nel corso delle ultime operazioni, i carabinieri hanno identificato 54 persone e controllato numerosi veicoli lungo gli argini. Un’azione che – assicura Sandonà – verrà ripetuta durante tutta l’estate, per prevenire comportamenti pericolosi e rafforzare la cultura del rispetto delle regole.

«L’obiettivo non è punire, ma proteggere – conclude –. Serve più responsabilità da parte dei cittadini, soprattutto dei più giovani. Il fiume non è un parco giochi: conoscere i rischi è il primo passo per evitarli».

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