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Cronaca
24.06.2025 - 08:22
Foto di repertorio
Una vicenda dai contorni delicati, ma conclusasi con un risultato positivo per la protagonista: una pensionata di Cologna Veneta si è vista restituire 380mila euro dopo un’operazione bancaria contestata, ritenuta priva di valida autorizzazione.
Il fatto è emerso dopo che la donna si è rivolta all’associazione Consumatori 24, segnalando un prelievo anomalo dal proprio conto. Secondo la sua ricostruzione, la transazione era stata effettuata tramite firma digitale su tablet all’interno della filiale, senza che le fosse consegnata copia cartacea o digitale del contratto sottoscritto. L’assenza di documentazione ha impedito ogni forma di verifica o recesso, sollevando dubbi sulla regolarità dell’operazione.
A seguito del pressing dell’associazione, la banca ha avviato un’indagine interna che ha portato alla restituzione integrale dell’importo sul conto della risparmiatrice. Restano in corso ulteriori accertamenti per chiarire i dettagli dell’episodio e l’eventuale presenza di falle procedurali.
L’intera vicenda ha acceso i riflettori su una pratica ormai comune negli istituti di credito: la firma digitale su dispositivi elettronici, spesso apposta frettolosamente e senza che il cliente riceva immediatamente una copia del contratto.
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