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Crisi delle poste

Disservizi postali in Veneto: migliaia di atti fermi e ritardi clamorosi, ma la Regione resta a guardare

Otto mesi per ricevere una raccomandata e 17 mila atti bloccati: situazione critica in tutta la Marca. Il consigliere Andrea Zanoni (Europa Verde) accusa la giunta regionale di immobilismo

Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde

Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde

Il servizio postale in Veneto, e in particolare nella Marca trevigiana, è nel caos: raccomandate che impiegano otto mesi per essere recapitate, migliaia di atti bloccati negli uffici e una Regione che, pur avendo promesso controlli, non ha ancora garantito un miglioramento del servizio. A denunciarlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, che ha reso pubblica la situazione con una nota durissima.

«Lo scorso aprile avevo presentato un’interrogazione alla giunta regionale – spiega Zanoni – per sapere se fosse al corrente dei gravi disservizi segnalati da cittadini, imprese e dallo stesso sindaco di Vittorio Veneto. Mi fu risposto che la Regione avrebbe continuato a monitorare la situazione, specie in relazione alla riduzione degli orari dell’ufficio postale locale».

Ma i fatti parlano da soli. «A Treviso sono fermi 14 mila atti dell’Agenzia delle Entrate, alcuni risalenti addirittura al 2023, come emerso da ispezioni della Guardia di Finanza – prosegue il consigliere –. A Vittorio Veneto ci sono 3 mila lettere ferme, e migliaia anche a Conegliano». Nonostante questo, la consegna dei pacchi Amazon non sembra subire ritardi: «Una tragicomica beffa per i cittadini», commenta Zanoni.

La situazione è aggravata da scelte aziendali discutibili: «Nel 2024 Poste italiane ha registrato ricavi per 12,6 miliardi di euro, eppure ha previsto la chiusura o la riduzione del servizio per oltre 500 uffici postali a livello nazionale, colpendo duramente anche il Veneto».

Il malcontento è sfociato anche in azioni sindacali: lo scorso 3 giugno, Slc-Cgil e Uilposte hanno indetto uno sciopero generale per denunciare precarietà, carichi di lavoro e chiusure.

Zanoni conclude con un nuovo affondo alla Regione: «È inconcepibile che, nel 2025, in un Paese dell’Unione europea si verifichino ancora questi disservizi. Oggi ho presentato una nuova interrogazione per capire che tipo di monitoraggio sia stato effettivamente svolto, visto che i cittadini sono stanchi, ma non rassegnati».

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