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Festa dell’Arma del Genio

Longarone onora l’Arma del Genio: memoria, coraggio e spirito di servizio

Commemorati i caduti del Vajont

Longarone onora l’Arma del Genio: memoria, coraggio e spirito di servizio

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Un momento di profonda emozione ha attraversato viale dei Soccorritori, a Longarone, nella mattinata del 24 giugno 2025. L’occasione era la Festa dell’Arma del Genio, celebrata con una cerimonia sobria ma intensa, promossa dalla sezione di Belluno dell’ANGET (Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d’Italia), con la collaborazione del Gruppo Alpini di Longarone.

La ricorrenza ha riunito le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, cittadini, autorità civili e militari per rendere omaggio al contributo straordinario dell’Arma del Genio, capace di operare con efficacia e dedizione tanto in tempo di guerra quanto nelle grandi emergenze civili. Un corpo che incarna il senso più profondo del servizio alla collettività: operoso, silenzioso e indispensabile.

Nel nome di Pretto e Urriani, eroi del Vajont

La cerimonia si è svolta dinanzi al monumento che ricorda i genieri alpini Florindo Pretto e Giovanni Urriani, caduti il 9 ottobre 1963 durante le operazioni successive al disastro del Vajont. L’alzabandiera e la deposizione di una corona di fiori ai piedi del cippo commemorativo hanno rappresentato i momenti più solenni e toccanti, nel segno del rispetto e della memoria.

Tra i presenti, i soci ANGET, il consigliere comunale Ludovico Tabacchi in rappresentanza del Comune di Longarone, le Penne Nere locali e le rappresentanze delle forze armate in congedo.

Renganeschi: “Tenaci, infaticabili, modesti: così sono i Genieri”

Nel suo intervento, il colonnello Riccardo Maria Renganeschi, presidente dell’ANGET di Belluno, ha tracciato un profilo storico e valoriale dell’Arma, celebrandone i 107 anni di storia e ricordando l’apporto decisivo nella battaglia del Piave del giugno 1918. Ha citato con orgoglio la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare assegnata all’Arma del Genio, dove si sottolineano le qualità “tenaci, infaticabili e modesti” dei suoi appartenenti.

Un pensiero è andato anche a Giuseppe Levis, recentemente scomparso, artigiano di Codissago che realizzò a mano la targa in ottone collocata sul monumento nel sessantesimo anniversario del Vajont, testimonianza concreta della memoria che vive nei gesti.

La memoria di famiglia e un messaggio per il futuro

Il consigliere Tabacchi ha reso un commosso omaggio personale raccontando il servizio militare del nonno, geniere inquadrato nella Divisione Julia durante la tragica campagna di Russia con l’ARMIR, tra il 1942 e il 1943. Un ricordo che ha aggiunto spessore umano alla giornata, unendo la memoria storica alla memoria familiare.

A concludere l’evento, un messaggio chiaro e potente: “Che il nostro esempio possa essere faro per le generazioni future, e che il nostro spirito possa vivere ancora a lungo, forte e coeso, sotto il segno del Genio.”

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