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29.06.2025 - 12:00
Foto di repertorio
Quando arriva l’estate, i libri tornano protagonisti. In valigia o nello zaino, nella borsa da spiaggia o sul comodino della casa in montagna, la lettura torna ad essere un’abitudine quotidiana. Ma perché proprio nei mesi più caldi, quando tutto rallenta, riscopriamo il piacere di leggere?
La risposta è culturale, psicologica e anche biologica. Da sempre, l’estate rappresenta una pausa dalle attività frenetiche: meno orari da rispettare, meno notifiche da inseguire, più tempo per sé stessi. È proprio in questo spazio ritrovato che il libro si inserisce come rifugio, compagnia e stimolo mentale.
Secondo diversi studi condotti da università europee e americane, la lettura aumenta in estate fino al 30% rispetto al resto dell’anno. Il motivo? Il cervello, liberato dallo stress, è più ricettivo alla concentrazione lenta richiesta da un romanzo, un saggio o una biografia. Inoltre, leggere aiuta a mantenere attiva la memoria e a stimolare la creatività, proprio nei momenti in cui si ha più tempo per riflettere.
Ma c’è anche un aspetto socioculturale: dai classici “romanzi da ombrellone” ai bestseller estivi, il mercato editoriale ha da decenni adattato la propria offerta alla stagione, proponendo storie leggere, avvincenti, capaci di intrattenere senza affaticare. Allo stesso tempo, non mancano le riscoperte: molti approfittano delle vacanze per leggere quel “mattone” lasciato da parte tutto l’anno.
E oggi, con gli e-reader e gli audiolibri, leggere d’estate è diventato ancora più accessibile: una libreria in tasca, pronta per essere aperta in treno, in aereo o sotto un albero.
In fondo, leggere d’estate non è solo un passatempo: è un modo per riconnettersi con sé stessi, per viaggiare senza muoversi, per rallentare senza annoiarsi. E ogni estate, proprio come un buon libro, lascia qualcosa dentro di noi.
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