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Si chiudono con successo le mostre su Hammershøi e Cristina Roccati a Rovigo

Ottimi risultati di pubblico per le esposizioni di Palazzo Roverella e Palazzo Roncale: oltre 60 mila visitatori complessivi premiano la strategia della Fondazione Cariparo

Foto della mostra

Foto della mostra

Si sono concluse domenica a Rovigo due importanti mostre che hanno animato la stagione espositiva rodigina: “Hammershøi e i pittori del silenzio tra il Nord Europa e l’Italia”, allestita a Palazzo Roverella, e “Cristina Roccati. La donna che osò studiare fisica”, ospitata a Palazzo Roncale.

La sfida più ambiziosa è stata senza dubbio quella dedicata a Vilhelm Hammershøi, artista danese meno noto al grande pubblico rispetto ai celebri Kandinskij, Renoir o Toulouse-Lautrec proposti in passato. La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha voluto scommettere su una mostra meno immediata, convinta che – dopo quasi vent’anni di esposizioni – fosse maturo il tempo per proporre percorsi meno battuti, confermando l’originalità e la qualità della propria offerta culturale.

Dal 21 febbraio al 29 giugno, la mostra su Hammershøi ha richiamato circa 43 mila visitatori, un risultato superiore alle attese e distribuito in modo uniforme nel tempo, garantendo un’esperienza di visita ottimale e contribuendo a valorizzare i servizi turistici della città. È stato merito anche dell’artista danese, capace di conquistare stampa e critica con atmosfere sospese ed enigmatiche, la calma vibrante degli interni e una sensibilità sorprendentemente vicina a quella contemporanea.

“Se da oggi in Italia il nome di Vilhelm Hammershøi suonerà più familiare al grande pubblico lo si dovrà a questa ‘scommessa’, che la Fondazione rinnoverà in autunno con la proposta della monografica sull’originale fotografo americano Rodney Smith. Fotografia tra reale e surreale”, sottolinea la Fondazione Cariparo, promotrice della mostra insieme all’Accademia dei Concordi, al Comune di Rovigo e con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Le esposizioni del Roverella, si legge ancora, sono riconosciute tra le più interessanti d’Italia, contribuendo a rendere Rovigo e il Polesine una meta turistica di rilievo nazionale.

Si è chiusa domenica anche la mostra dedicata a Cristina Roccati, che ha visto circa 19 mila ingressi complessivi. Il flusso settimanale costante, anche nei mesi di proroga, ha confermato la bontà della strategia della Fondazione, che intende fare del Roncale non solo una sede espositiva, ma un vero laboratorio culturale. Le mostre dedicate a personalità o momenti della storia del Polesine diventano infatti occasione di coinvolgimento attivo per associazioni e realtà locali, stimolate a proporre iniziative autonome legate al tema dell’esposizione.

La mostra su Cristina Roccati ha rappresentato un banco di prova per questa visione culturale innovativa e ha dimostrato la validità del modello. Un approccio che proseguirà con il prossimo appuntamento del Roncale, dedicato a Gian Antonio Cibotto (1925–2017). Intitolata “Il gusto del racconto”, la mostra sarà allestita dal 5 dicembre 2025 al 29 giugno 2026, in occasione del centenario della nascita del popolare scrittore e intellettuale polesano.

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