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Gestione della crisi sanitaria
01.07.2025 - 15:02
Mantovan e Lanzarin alla delibera dell'iniziativa
Un nuovo voucher da 1.000 euro all’anno, per ciascuno dei tre anni di corso, sarà assegnato ai nuovi iscritti alle Facoltà di Infermieristica del Veneto che supereranno l’esame annuale di tirocinio. La misura, presentata a Palazzo Balbi dagli assessori regionali Valeria Mantovan (Lavoro) e Manuela Lanzarin (Sanità e Sociale), si inserisce in un pacchetto articolato di interventi pensato per contrastare una delle criticità più urgenti della sanità veneta: la grave carenza di personale infermieristico.
Il contributo economico, erogato da Veneto Lavoro tramite i Centri per l’impiego e finanziato con fondi FSE+ 2021–2027 per un totale di 9 milioni di euro, punta a sostenere l’immatricolazione ai corsi di laurea sanitari più scoperti, in un contesto in cui mancano all’appello circa 3.500 infermieri nel sistema sanitario e socio-sanitario regionale.
«Una misura concreta, una novità assoluta, tra le regioni a statuto ordinario, per rispondere a una situazione emergenziale in una società che sta progressivamente cambiando dal punto di vista demografico» – ha dichiarato Mantovan, sottolineando come questo provvedimento segua l’esperienza del voucher da 1.500 euro già introdotto per i corsi OSS, che ha contribuito all’aumento delle iscrizioni e dei corsi attivi, saliti da 45 nel 2022 a 65 nel 2024.
L’assessore Lanzarin, dal canto suo, ha tracciato un quadro preciso della situazione: «In Veneto mancano 3.500 medici, soprattutto in specialità come emergenza urgenza, anestesia e medicina generale, e 2.000 operatori socio-sanitari, ma il vero dramma è la carenza di infermieri».
Nonostante l’incremento dei posti disponibili nelle università di Padova e Verona – da 1.200 nel 2020/2021 a 1.833 nel 2025 – il numero delle immatricolazioni resta insufficiente. Nel 2024, il saldo tra assunzioni e cessazioni di personale infermieristico è stato negativo (-359 unità). Il 2025 ha registrato una leggera ripresa (23.816 infermieri rispetto ai 23.714 dell’anno precedente), ma il dato resta distante dagli standard auspicati (24.212).
A preoccupare sono in particolare le dimissioni inattese, dovute in molti casi a trasferimenti verso il Sud Italia o al passaggio al settore privato. Per questo la Regione ha attivato un progetto di mobilità volontaria tra le aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, che ha raccolto 474 domande da infermieri con oltre 5 anni di servizio. L’iniziativa mira a favorire il benessere lavorativo, valorizzando le esigenze personali e riducendo l’obbligo di partecipare a nuovi concorsi.
Parallelamente, la Regione ha previsto la riattivazione della campagna digitale lanciata nel 2024 con il messaggio “Diventa infermiere: al centro della sanità”. La campagna è rivolta ai giovani in fase di scelta universitaria e punta a mostrare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze e link utili alle iscrizioni.
Sul fronte del benessere psicologico, in ogni azienda sanitaria sono stati attivati sportelli di supporto per contrastare fenomeni di burnout e stress da lavoro correlato.
Lanzarin ha inoltre ricordato che «prosegue l’impegno sul versante contrattuale: proprio ieri si è svolto il primo incontro con i sindacati per attuare la Legge Regionale n. 26 del 2024, che prevede un incremento dei fondi contrattuali pari a 51 milioni di euro all’anno per tre anni. Le risorse, che riguarderanno anche gli infermieri, serviranno a migliorare le condizioni di lavoro attraverso strumenti innovativi, premi di risultato, indennità specifiche e misure di welfare integrativo».
Il prossimo appuntamento con le organizzazioni sindacali è previsto per il 28 luglio, con l’obiettivo di definire rapidamente le linee operative della contrattazione integrativa aziendale.
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