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Emergenza caldo in Veneto: stop al lavoro all’aperto nelle ore più roventi

Zaia ha firmato: vietate le attività all’esterno tra le 12:30 e le 16:00

Emergenza caldo in Veneto: stop al lavoro all’aperto nelle ore più roventi

Luca Zaia

Davanti all’ondata di caldo estremo che sta colpendo il Nord Italia, la Regione Veneto corre ai ripari. Il presidente Luca Zaia ha firmato l’ordinanza n. 34, che introduce uno stop temporaneo ai lavori all’aperto nelle ore centrali della giornata, quando le temperature diventano pericolose per la salute.

La misura – in vigore dal 3 luglio al 31 agosto 2025 – riguarda settori a rischio come agricoltura, edilizia e attività estrattive, e sarà applicata esclusivamente nelle aree in cui il portale Worklimate segnalerà un livello di rischio “ALTO” per l’esposizione prolungata al sole in condizioni di sforzo fisico.

“Non si tratta di un divieto generalizzato – ha spiegato Zaia – ma di un intervento mirato a proteggere chi lavora in situazioni realmente critiche. Con temperature elevate, tassi di umidità alti e sforzi fisici intensi, i rischi di colpi di calore e gravi affaticamenti diventano molto concreti”.

L’ordinanza recepisce le indicazioni condivise dalla Conferenza delle Regioni per la protezione dei lavoratori contro gli effetti del calore e valorizza gli accordi aziendali già attivi, purché garantiscano un livello di tutela pari o superiore.

Il provvedimento è stato messo a punto attraverso un confronto diretto con le parti sociali e presentato durante una riunione del Comitato regionale per la sicurezza sul lavoro, presieduto – su delega di Zaia – dall’assessore Manuela Lanzarin.

La sospensione delle attività sarà estesa anche agli ambienti chiusi non climatizzati, se influenzati dal caldo esterno. Fanno eccezione i lavori di pubblica utilità e di protezione civile, per i quali resta obbligatoria una valutazione del rischio da parte del datore di lavoro, in linea con il D.Lgs. 81/2008.

Zaia ha infine lanciato un appello alla solidarietà tra cittadini:

“Il caldo non colpisce solo chi lavora. Penso agli anziani, alle persone fragili, a chi vive solo. Un gesto di attenzione può fare la differenza. Attiviamo reti di vicinato, non lasciamo nessuno indietro”.

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