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Un nuovo inizio: i carcerati di Venezia lavoreranno alla Basilica di San Marco

Firmata un’intesa che offre ai reclusi del Santa Maria Maggiore un’occupazione dignitosa, visite culturali e opportunità di reinserimento sociale

La basilica di San Marco

La basilica di San Marco

I detenuti del carcere veneziano di Santa Maria Maggiore potranno lavorare presso la Basilica di San Marco grazie a un accordo di collaborazione siglato oggi tra la Procuratoria e la direzione della casa circondariale. Il progetto prevede l’impiego dei reclusi in incarichi all’interno della Basilica, la possibilità di visite guidate dedicate sia a loro sia al personale penitenziario e, in parallelo, l’impegno dei volontari della Procuratoria per visite in carcere, proiezioni di filmati e illustrazione di opere d’arte.

Alla firma dell’intesa erano presenti il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, i procuratori Bruno Barel e Renato Brunetta, il direttore del carcere Enrico Farina e la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano. Proprio Damiano ha definito l’accordo “un tassello prezioso” che si aggiunge alle numerose iniziative già avviate dalla casa circondariale con il territorio, tra cui la collaborazione con la Biennale. «Questa è un’occasione in più — ha spiegato — che permette ai detenuti di apprezzare l’arte e la bellezza della città. Il progetto nasce da uno dei simboli più noti di Venezia, religioso e culturale, e rappresenta una grande opportunità di reinserimento sociale, in linea con il percorso rieducativo previsto dalla Costituzione, oltre a essere un importante passo per l’intera comunità».

Soddisfazione per l’iniziativa è stata espressa anche dalla Cgil. Daniele Giordano, segretario di Venezia, ha sottolineato come questo sia “un passo importante verso una città che accoglie chi ha bisogno di una seconda opportunità”. «La libertà — ha osservato — passa anche da un lavoro dignitoso, non banale in un contesto dove spesso chi è svantaggiato è costretto ad accettare condizioni di sfruttamento e irregolarità. Per questo consideriamo molto positiva la parificazione contrattuale ai lavoratori della Procuratoria».

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