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Gestione della fauna selvatica
04.07.2025 - 16:20
Un cacciatore abbatte un lupo. Si ricorda che l'abbattimento di lupi in Italia è al momento illegale
“Sostituire la logica della protezione con quella della gestione”: è la richiesta avanzata da Cia Veneto al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante l’incontro tenutosi oggi a Roma per affrontare l’emergenza fauna selvatica. Al centro del confronto, la proposta di riforma della legge 157 del 1992 sulle norme per la protezione della fauna omeoterma e il prelievo venatorio.
Il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, ha illustrato al Ministro le criticità più urgenti, soprattutto in Lessinia, nel Bellunese e nei Colli Euganei. Secondo l’organizzazione agricola, la normativa attuale non consente un controllo adeguato delle popolazioni di lupo e di altre specie selvatiche, con conseguenze devastanti per le aziende agricole.
“Chiediamo un cambio di approccio – ha spiegato Passarini – per arrivare a una densità ottimale delle specie nei singoli territori. Vanno previsti interventi preventivi e abbattimenti autorizzati dall’Ispra, con il rafforzamento dell’autotutela degli agricoltori muniti di licenza di caccia”.
Fra le proposte, anche il risarcimento totale dei danni diretti e indiretti causati dalla fauna selvatica, con gestione regionale delle pratiche e utilizzo dei fondi derivanti dalle tasse di concessione venatoria. Passarini ha criticato l’ipotesi di compensare i danni solo attraverso il trattenimento delle carcasse degli animali abbattuti, definendola insufficiente.
Cia Veneto ha inoltre chiesto di ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di superare l’attuale frammentazione delle competenze tra enti. “Serve una governance agricola chiara e condivisa – ha detto Passarini – oggi non sempre vengono convocati tavoli congiunti e i danni non sono riconosciuti come calamità strutturale”.
Il presidente ha infine lanciato un appello urgente al Governo: “Gli agricoltori sono esasperati. Con la vendemmia alle porte, il rischio è che in alcune aree del Parco dei Colli Euganei le uve vengano azzerate, come già successo in passato. È necessario un iter chiaro che dia priorità alle esigenze degli imprenditori agricoli. Ora o mai più: bisogna cambiare la legge”.
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