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Sanzione rivoluzionaria
09.07.2025 - 15:30
immagine di repertorio
L’Avis provinciale di Venezia ha dato avvio, nei giorni scorsi, al primo affido nell’ambito dei lavori socialmente utili previsti dalla Legge Cartabia. Grazie a un protocollo d’intesa nazionale tra il Ministero della Giustizia e le associazioni del terzo settore, un cittadino accusato di un reato minore è stato accolto dall’associazione di volontariato per svolgere attività a favore della collettività, evitando così il processo grazie alla messa alla prova.
Il soggetto è stato assegnato al servizio di chiamata per la convocazione dei donatori in caso di emergenze ematiche e al servizio di accoglienza presso il Centro trasfusionale dell’Ospedale Civile di Venezia. In entrambe le mansioni, opera sotto la supervisione continua di un responsabile di Avis.
«La legge – spiega Fabio Reggio, presidente di Avis Venezia – prevede che, a fronte della sospensione del procedimento penale, queste persone vengano coinvolte in attività socialmente utili. Noi abbiamo scelto di accoglierle nelle nostre strutture perché crediamo che il volontariato possa e debba anche favorire il reinserimento sociale di chi ha commesso un errore».
L’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio, realizzato in collaborazione con l’Ufficio interdistrettuale per l’esecuzione della pena esterna, che prevede il coinvolgimento di una quindicina di persone nelle prossime settimane.
«Siamo soddisfatti dei primi risultati – conclude Reggio – e speriamo che, magari, qualcuno di loro possa diventare un donatore abituale. Il nostro obiettivo resta quello di aiutare i malati con la raccolta di sangue, ma anche di offrire una seconda possibilità a chi ne ha bisogno».
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