Il movimento civico Orizzonti lancia un duro atto d’accusa contro l’amministrazione comunale per la gestione del progetto di restauro del Castello Carrarese, che avrebbe potuto rappresentare una vera occasione di riqualificazione ma si è trasformato, secondo gli attivisti, in un simbolo di opacità, scelte prive di visione e mancato ascolto della cittadinanza.
A far esplodere la polemica è soprattutto la rinuncia, decisa in silenzio nell’ottobre 2024, ai fondi PNRR destinati al progetto: 5,3 milioni di euro a fondo perduto, lasciati cadere senza informare la città. Una decisione che, sostengono da Orizzonti, ha costretto il Comune a cercare un altro finanziamento, questa volta oneroso e da restituire con interessi, aggravando le finanze pubbliche.
Ma per il movimento civico il problema non è solo economico. Più inquietante sarebbe il metodo: «Una gestione che ha volutamente escluso la cittadinanza dalle scelte e che continua a evitare un confronto aperto e responsabile», denunciano in una nota. Il Castello sorge infatti su un’area gravemente contaminata da cromo esavalente, sostanza tossica già segnalata più di dieci anni fa come pericolosa per le falde acquifere. I lavori, oggi nuovamente sospesi, sollevano interrogativi su una bonifica mai affrontata con chiarezza: esistono analisi aggiornate? La bonifica è davvero praticabile?
Secondo Orizzonti, il nodo ambientale è stato completamente rimosso dal dibattito pubblico, insieme a ogni discussione sulla futura destinazione del Castello. «Ancora una volta si è deciso senza coinvolgere la città», si legge nella denuncia. Il movimento denuncia una logica di operazioni d’immagine – come già avvenuto per il progetto “Padova patrimonio UNESCO” – che rischiano di svuotare di senso il patrimonio culturale se ridotto a semplice vetrina.
Orizzonti chiede con determinazione che l’amministrazione faccia chiarezza su ogni passaggio della vicenda: non solo sulle ragioni della rinuncia ai fondi PNRR, ma soprattutto sulla reale condizione ambientale dell’area e sulle prospettive concrete di un recupero sicuro e duraturo del Castello Carrarese.
«Padova ha bisogno di progetti credibili, trasparenti e realmente partecipati», concludono gli attivisti. «Merita di essere coinvolta nelle decisioni, non di scoprirle a giochi fatti. E merita un’amministrazione che affronti i problemi con coraggio, anziché nasconderli».