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Coldiretti Padova guida la rete delle “Fattorie della Tenerezza” per donne vittime di violenza

Con il progetto “Coltiviamo il rispetto” nasce un percorso di autonomia e rinascita grazie all’agricoltura sociale

Coldiretti Padova guida la rete delle “Fattorie della Tenerezza” per donne vittime di violenza

Foto di repertorio

Una nuova alleanza tra agricoltura e impegno sociale prende forma in Veneto con Coldiretti Padova che si propone come capofila della prima rete regionale delle “Fattorie della Tenerezza”, dedicate a donne vittime di violenza. Il progetto nasce dalla collaborazione con la Fondazione Giulia Cecchettin e si inserisce nel solco della legge regionale sull’agricoltura sociale, aggiornata per ampliare e semplificare l’offerta di servizi a sostegno delle fasce più fragili della comunità.

Valentina Galesso, presidente provinciale e regionale di Donne Coldiretti e titolare della Tenuta Va Oltre di Bovolenta, sottolinea l’importanza di questo impegno: “L’agricoltura sociale rappresenta un presidio concreto contro la violenza di genere. Le nostre aziende agricole possono diventare spazi di accoglienza e cura, dove accompagnare le donne in percorsi di autonomia e dignità, grazie al contatto con la natura e al lavoro. È così che l’agricoltura costruisce comunità e riscatto”.

Il progetto “Coltiviamo il rispetto” ha dato avvio a una collaborazione fondamentale con la Fondazione Giulia Cecchettin, realtà impegnata nel sostegno e nella prevenzione della violenza. “Il sostegno all’autonomia economica e relazionale è una chiave imprescindibile per il cambiamento – afferma la Fondazione –. La nuova legge regionale apre la strada a percorsi che siano non solo lavorativi, ma profondamente umani, restituendo fiducia e speranza alle donne coinvolte”.

Anche il presidente di Coldiretti Padova, Roberto Lorin, evidenzia il valore della nuova normativa: “Con l’iscrizione delle aziende agricole solidali nell’elenco regionale, le “fattorie della tenerezza” diventano presidi di comunità e strumenti efficaci per contrastare marginalità e isolamento sociale. La campagna non è più solo produzione, ma un luogo di relazioni, cura e inclusione. L’agricoltura si afferma come nuova frontiera del welfare”.

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