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Gino Cortelazzo: quarant’anni di arte tra natura e scultura

Una mostra a Padova celebra l’intensa ricerca artistica dello scultore estense, maestro del legno e del bronzo

Gino Cortelazzo: quarant’anni di arte tra natura e scultura

Foto di repertorio

A quattro decenni dalla sua scomparsa, i Musei Civici di Padova rendono omaggio a Gino Cortelazzo (Este, 1927-1985), scultore di rilievo del secondo Novecento italiano, con una mostra antologica ospitata nell’Oratorio di San Rocco (via Santa Lucia). Curata dal prof. Giovanni Bianchi dell’Università di Padova e patrocinata dal Dipartimento dei Beni Culturali, l’esposizione ripercorre la carriera di un artista che ha saputo fondere l’ispirazione dalla natura con un linguaggio scultoreo originale e sensibile.

Diplomato all’Accademia di Bologna nel 1967, allievo prediletto di Umberto Mastroianni, Cortelazzo fu apprezzato dai maggiori critici contemporanei e si impose presto come figura di spicco nella scena artistica nazionale. La sua formazione e il legame con la campagna estense influenzarono profondamente il suo lavoro, in cui la natura non è mai semplice copia ma stimolo creativo, filtrato dall’intelligenza e dalla sensibilità umana.

La mostra offre un viaggio attraverso materiali e temi ricorrenti: dal legno vivo delle sculture “L’Unico” e “La Coppia” (1971), al bronzo di opere zoomorfe come “Il Toro” e “Farfalla Luce” (1975). Particolare rilievo è dato alle sculture fitomorfe realizzate negli ultimi anni di vita, con foglie e fiori che si svelano in forme avvolgenti, spiraliformi e dinamiche, simboleggiando il perpetuo sviluppo del mondo organico.

L’esposizione ospita anche le celebri fotografie in bianco e nero di Gianni Berengo Gardin, che negli anni ’70 immortalò le opere di Cortelazzo inserite nel paesaggio collinare di Este, restituendo con straordinaria intensità il dialogo tra arte e natura. Non mancano poi i raffinati gioielli d’artista, veri e propri “oggetti indossabili” che testimoniano la fantasia e la ricerca formale dell’artista anche su scala ridotta.

La mostra, che rimarrà aperta fino al 21 settembre (orario 9.30-19, chiuso il lunedì, ingresso libero), offre così un’occasione unica per riscoprire un maestro che ha trasformato la materia in poesia, celebrando la forza vitale e le forme mutevoli della natura attraverso una scultura elegante e profondamente umana.

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