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La rivoluzione commerciale nella Marca

Quindici anni di rivoluzione commerciale nella Marca

Spariti quasi 2800 negozi, boom di servizi e turismo

Quindici anni di rivoluzione commerciale nella Marca

Foto di repertorio

Nel giro di un quindicennio, la provincia di Treviso ha assistito a un profondo cambiamento nel tessuto economico locale: quasi 2800 punti vendita, tra negozi, librerie, edicole, alimentari e abbigliamento, hanno chiuso i battenti, lasciando spazio a una significativa espansione delle attività legate ai servizi e al turismo.

È quanto emerge dallo studio “Il processo di liberalizzazione del commercio: quali effetti sul terziario trevigiano”, realizzato da EBiComLab.

Il commercio al dettaglio ha iniziato a soffrire soprattutto dopo il 2012, con un calo che ha coinvolto quasi tutti i settori, dal food (-16,5%) alla moda (-35,3%), fino a casa e cura della persona. L’unica eccezione è rappresentata dall’elettronica, che ha registrato una crescita vicina al 30%. Parallelamente, è aumentata la presenza di imprese più strutturate, mentre sono diminuite le piccole attività individuali e di persone fisiche.

Un dato allarmante riguarda il progressivo abbandono dell’imprenditorialità, soprattutto tra i giovani under 30, crollati del 28,5%, e nella fascia 30-49 anni, con un calo superiore al 40%.

Sul fronte occupazionale, il terziario ha mantenuto vitalità grazie a forme contrattuali flessibili, con un’impennata di posti di lavoro a tempo determinato (+77.000) e un calo di quelli stabili (-59.000). Particolarmente rilevante è stato il ruolo della grande distribuzione che, fino al 2020, ha sostenuto la crescita, per poi entrare in stagnazione con l’avvento della pandemia, accentuando la contrapposizione tra grande e piccolo commercio.

Nel 2024, i dati confermano la predominanza maschile tra gli imprenditori della Marca (68%), con una netta prevalenza di over 30 (96%), mentre i giovani sotto i 29 anni rappresentano solo il 4%.

L’analisi del mercato del lavoro per il 2023 evidenzia che i servizi assorbono la maggior parte delle nuove assunzioni (oltre il 75%), seguiti dal turismo e dal commercio, che però mostra un’attività più contenuta. In tutti i settori il saldo occupazionale è positivo, anche se con numeri più contenuti nel commercio.

Questi numeri disegnano uno scenario di profonda trasformazione, in cui la Marca si adegua alle sfide globali puntando sulla qualità e la diversificazione, ma affronta al contempo il problema del ricambio generazionale e della tenuta del commercio tradizionale.

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