“Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma non di questa Europa”. Con questo slogan, Coldiretti ha dato il via a una protesta senza precedenti, che ha unito Bruxelles e Roma in un’unica voce di dissenso contro l’attuale linea politica della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen. Il bersaglio? La nuova proposta di bilancio che prevede l’unificazione dei fondi tra Politica Agricola Comune (PAC) e Politiche di Coesione, un cambiamento che – secondo l’organizzazione agricola – mette a rischio il futuro del cibo europeo e la tenuta democratica dell’Unione.
Il blitz coordinato ha visto l’esposizione di striscioni nei pressi del Berlaymont – sede della Commissione Europea – e nei luoghi simbolo della capitale italiana, tra cui il Colosseo, Fontana di Trevi, Piazza Navona e persino davanti al Senato. I manifestanti hanno denunciato una “Vonderland”, una terra immaginaria che rappresenta una deriva tecnocratica e autoritaria dell’Europa, distante dai cittadini, dai territori e da chi lavora la terra.
Giovani in prima linea contro l’Europa “senza pane”
A guidare la protesta dei giovani agricoltori c’era Marco De Zotti, portavoce dei Giovani di Coldiretti:
“Difendiamo il nostro futuro, ma anche quello di chi ogni giorno porta cibo sulle tavole. L’Europa che ci propongono oggi non è più quella pensata dai padri fondatori, ma una macchina burocratica che ci penalizza e ci ignora. Vogliamo un’Europa che ascolta e protegge, non una che impone e distrugge.”
Il presidente Prandini: “Una deriva pericolosa”
Dal cuore dell’Unione arriva anche la voce del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che ha attaccato duramente l’operato della presidente von der Leyen:
“Ci stanno togliendo il diritto a produrre cibo per finanziare il riarmo. Aprono ai prodotti esteri senza regole, firmano accordi commerciali a perdere, impongono regolamenti senza consultare agricoltori né Parlamento. È in gioco non solo il nostro lavoro, ma la democrazia stessa.”
Una UE senza bilancio agricolo chiaro? "È la fine della PAC"
La preoccupazione maggiore è legata alla scomparsa di un bilancio agricolo autonomo: se la proposta andasse in porto, per la prima volta dal 1962 l’Europa non avrebbe più risorse dedicate esplicitamente alla produzione alimentare e alla sicurezza degli approvvigionamenti.
Secondo Coldiretti, questo approccio vale più in danni dei dazi americani:
“I dazi USA al 30% fanno paura, ma la paralisi e l’immobilismo dell’Europa guidata da von der Leyen sono un problema ben più grave”, ha affermato Prandini.
Gesmundo: “Siamo il pane, non i carri armati”
Dure anche le parole del segretario generale Vincenzo Gesmundo, che ha lanciato un appello accorato:
“Stanno smantellando la PAC per finanziare i carri armati. Ma noi siamo il pane, non l’acciaio. Questa è una tecnocrazia cieca che tradisce i cittadini. Senza cibo, non c’è pace. Senza agricoltura, non c’è sovranità.”
La protesta di Coldiretti ha coinvolto centinaia di giovani e agricoltori da tutta Italia, determinati a difendere la centralità dell’agricoltura in un'Europa che, secondo loro, sta perdendo il contatto con le sue radici.
Una mobilitazione simbolica ma concreta, che lancia un messaggio forte e chiaro: non c’è Europa senza agricoltura, e non c’è futuro senza ascolto.