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15.07.2025 - 10:48
Foto di repertorio
Un lavoro delicato di assistenza ai bambini fragili, che merita maggiore attenzione da parte delle istituzioni. La Cisl Fp rilancia l'allarme sulla condizione delle oltre 500 operatrici impiegate tramite appalto nei servizi di integrazione scolastica nella provincia di Padova, che garantiscono il funzionamento dei centri estivi.
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, il sindacato denuncia la persistente presenza di criticità strutturali e organizzative che da tempo attendono risposte concrete.
A Padova e provincia, l’integrazione scolastica – che garantisce assistenza a bambini e ragazzi fragili – è da anni affidata a due cooperative tramite un appalto unico dell’ULSS 6 Euganea. Il gruppo di lavoro, composto da circa 500 operatrici socio-sanitarie ed educatrici, copre tutto il territorio dell’Alta e della Bassa Padovana, oltre alla città di Padova.
Si tratta di professioniste che svolgono un ruolo essenziale e delicato, che ogni anno si trovano a dover fronteggiare situazioni complesse e spesso imprevedibili. Grazie al loro impegno quotidiano, oltre mille studenti possono frequentare la scuola e accedere a un percorso educativo dignitoso e inclusivo.
Tuttavia, durante l'estate, l’attività si sposta nei centri estivi, dove le criticità si amplificano: ogni anno si ripropongono problemi a livello organizzativo e di programmazione, che rendono difficile reperire personale disponibile e aggravano le condizioni lavorative di chi è già in servizio.
L'incertezza rispetto ai periodi di lavoro e alla retribuzione, la variabilità delle sedi assegnate e la mancata conoscenza preventiva dei casi da seguire rappresentano ulteriori ostacoli alla corretta gestione del servizio.
Senza un servizio di integrazione efficace e ben strutturato, il rischio concreto è l’isolamento degli studenti più fragili e la loro esclusione dalle attività scolastiche, compromettendo gravemente il loro diritto all’educazione. L’inclusione scolastica è essenziale per garantire pari opportunità e combattere ogni forma di discriminazione.
Durante i centri estivi, le operatrici e le educatrici hanno la possibilità di lavorare in un periodo che, normalmente, non sarebbe retribuito. Tuttavia, durante l’anno scolastico, sono costrette a coprire le chiusure delle scuole – comprese festività e ponti – utilizzando le ferie maturate.
Nonostante siano assunte con contratti a tempo indeterminato, queste lavoratrici vengono retribuite solo nei giorni in cui la scuola è aperta e l’alunno è presente. Di conseguenza, la loro retribuzione è soggetta a forti fluttuazioni, dovute anche alle frequenti assenze degli studenti, spesso legate alle loro condizioni di salute.
Come evidenzia Franco Maisto della CISL FP, “nei centri estivi emergono ulteriori criticità: la gestione è affidata ai Comuni di residenza degli utenti, con procedure di assegnazione spesso complesse. Le lavoratrici vengono contattate anche nel fine settimana per sapere se e dove lavoreranno la settimana successiva”.
Spesso le assegnazioni riguardano sedi distanti dalla residenza delle operatrici e i casi affidati – spesso complessi – vengono gestiti senza un’adeguata supervisione. Inoltre, gli ambienti dei centri estivi non sempre sono strutturati come quelli scolastici, rendendo più difficile l’accoglienza e l’inclusione di bambini e ragazzi con disabilità. Le risorse sono limitate e le condizioni di sicurezza non sono sempre garantite.
Per queste ragioni, la CISL FP ribadisce con forza la necessità di mantenere il rapporto uno a uno tra operatrice e bambino, garanzia indispensabile per la sicurezza e il benessere di entrambi.
Un servizio di integrazione solido e ben strutturato non solo migliora significativamente la qualità della vita degli studenti con disabilità, ma arricchisce l’intera comunità scolastica, promuovendo valori fondamentali come il rispetto, la solidarietà e la cittadinanza attiva. Le esperienze inclusive sono uno strumento potente per contrastare i pregiudizi e costruire una società più equa e accogliente.
È dunque fondamentale che questo lavoro venga adeguatamente valorizzato anche dal punto di vista economico, garantendo regimi minimi e dignità professionale. “Serve un cambio di rotta da parte delle istituzioni responsabili dell’appalto”, sottolinea Maisto.
Una richiesta di confronto concreto. La CISL FP sta preparando un documento da inviare all’ULSS 6 Euganea, con l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto. “In un mercato del lavoro sempre più frammentato, serve un’analisi approfondita e una verifica puntuale delle condizioni di lavoro. La qualità del servizio e la responsabilità delle lavoratrici devono essere adeguatamente riconosciute e retribuite. Solo così si potranno garantire il benessere degli utenti e la qualità dell’integrazione scolastica”, conclude Maisto.
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