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Attualità
20.07.2025 - 13:00
Foto di repertorio
I recenti episodi di violenza e vandalismo giovanile che hanno scosso la città di Legnago – dall’aggressione a un coetaneo fino a gesti irrispettosi nei confronti di luoghi pubblici e religiosi – non possono più essere archiviati come semplici “ragazzate”. È quanto sostiene il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, che lancia un appello forte alle istituzioni e alla società civile: siamo di fronte a una crisi educativa e relazionale che richiede risposte urgenti e condivise.
Non si tratta, come ha chiarito anche il sindaco, di una questione legata all’origine etnica o religiosa dei giovani coinvolti, ma piuttosto dell’incapacità di molti adolescenti di sentirsi parte integrante del tessuto sociale. Una difficoltà profonda nel riconoscersi nei valori della convivenza civile, che si traduce sempre più spesso in comportamenti antisociali, aggressivi e provocatori.
Secondo il Coordinamento, questi ragazzi vivono in un vuoto relazionale, privi di punti di riferimento educativi stabili e di contesti dove sentirsi ascoltati e valorizzati. La scuola, la famiglia e le istituzioni culturali non riescono più, da sole, a svolgere un ruolo efficace. Ne deriva una crisi di appartenenza, che rende il terreno fertile per disagi e derive comportamentali.
Contro questa deriva, gli insegnanti dei diritti umani chiedono un cambio di paradigma. «Non bastano misure repressive né appelli generici all’ordine – si legge nel comunicato – ma serve costruire una rete educativa multiculturale e integrata, che coinvolga scuole, amministrazioni, associazioni, comunità religiose e cittadini».
L’obiettivo è duplice: intervenire quando i conflitti emergono, ma soprattutto prevenirli, offrendo ai giovani occasioni concrete di dialogo, ascolto e responsabilizzazione. Un lavoro che va fatto sul campo, attraverso iniziative, laboratori e progetti condivisi, capaci di restituire senso e prospettiva alla crescita personale e sociale dei ragazzi.
L’appello del Coordinamento, firmato dal presidente prof. Romano Pesavento, è chiaro: «È il momento di unire le forze, superare semplificazioni e stereotipi, e dare vita a una nuova alleanza educativa. Solo da una comunità coesa e consapevole può nascere quel clima di rispetto e sicurezza che tutti auspicano».
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