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Allarme artigianato

Artigianato trevigiano in cerca di oltre 10.000 lavoratori: allarme per la carenza di figure specializzate

Confartigianato: «Serve maggiore integrazione tra scuole e imprese»

Artigianato trevigiano in cerca di oltre 10.000 lavoratori: allarme per la carenza di figure specializzate

Foto di repertorio

La Marca Trevigiana affronta una sfida cruciale per il suo artigianato: trovare oltre 10.000 nuovi lavoratori nel 2024. È questo il quadro che emerge dall’ultimo rapporto Excelsior, che fotografa le esigenze di manodopera e formazione nel settore artigiano locale.

Il 61,2% delle posizioni aperte riguarda operai specializzati e conduttori di macchinari, mentre un’altra significativa fetta (22,9%) è costituita da professioni tecniche e specialistiche. In misura minore, si cercano lavoratori non qualificati (10,9%) e figure dirigenziali o specialistiche (5,1%).

Treviso si posiziona al secondo posto in Veneto per fabbisogno di manodopera artigiana, con una domanda particolarmente marcata di operai qualificati, superiore alla media regionale, e una richiesta più contenuta di figure non qualificate.

«Questi numeri confermano la vitalità e la specializzazione del nostro artigianato», commenta Armando Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «ma evidenziano anche la persistente difficoltà nel reperire i profili richiesti. Il divario tra formazione scolastica e bisogni delle imprese resta un problema aperto».

L’indagine sottolinea come oltre la metà delle posizioni aperte (54,9%) richieda una qualifica o un diploma professionale, mentre quasi il 20% richiede un diploma di scuola superiore. Lauree e istruzione tecnologica superiore incidono marginalmente (rispettivamente 2% e 1,9%).

«Spesso sono le aziende stesse a dover integrare le competenze mancanti con corsi di formazione interni», spiega Sartori. Nel 2024, il 35,2% delle imprese artigiane trevigiane ha investito in formazione, e il 18,3% ha ospitato stagisti. L’alternanza scuola-lavoro, sebbene presente nel 17,7% delle aziende – dato che supera di 4,3 punti la media regionale e rappresenta il miglior risultato tra le province venete –, resta un’occasione ancora troppo poco sfruttata. «Per questo da tempo chiediamo che venga riconosciuto il valore educativo e formativo dell’impresa artigiana», aggiunge il presidente.

Un altro dato allarmante riguarda la difficoltà a coprire i posti vacanti: in provincia di Treviso nel 2024 il 65,3% delle posizioni artigiane si è rivelato difficile da reperire, una percentuale in crescita rispetto al 60% del 2023 e al 46,7% del 2019, prima della pandemia.

Nonostante ciò, le aziende continuano a puntare sui giovani under 29, che rappresentano il 36,3% delle richieste, mentre la quota femminile nelle assunzioni artigiane si attesta al 17,3%.

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