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Moschea al centro delle polemiche: ultimatum al Comune di Padova

L’eurodeputata Cisint: "Sono dieci anni che i cittadini convivono con disagi e tensioni"

Moschea al centro delle polemiche: ultimatum al Comune di Padova

Foto di repertorio

Sale la tensione attorno al centro islamico di via Turazza, al centro di un acceso dibattito sulla legalità e sull’utilizzo degli spazi urbani. Con una diffida ufficiale inviata tramite PEC, l’europarlamentare e sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha lanciato un ultimatum al sindaco Sergio Giordani, chiedendo la chiusura immediata dell'immobile attualmente adibito a luogo di culto.

L’immobile, originariamente destinato ad attività commerciali e artistiche – si trattava di una galleria d’arte – si trova in una zona residenziale del quartiere Stanga. Secondo quanto affermato dall’eurodeputata, l’utilizzo dell’edificio come moschea sarebbe in violazione delle normative urbanistiche. Cisint sottolinea come anche il Comune, in seguito a un accesso civico, abbia riconosciuto l’inidoneità dell’area a ospitare funzioni religiose.

“Sono dieci anni che i cittadini convivono con disagi e tensioni: afflussi massicci di persone, minacce, comportamenti intimidatori nei confronti di minori, disturbi notturni. È inaccettabile che un luogo destinato ad altro venga trasformato in un centro religioso in modo abusivo,” ha dichiarato.

Nel documento ufficiale inviato oggi, Cisint intima al sindaco di intervenire tempestivamente per ripristinare la destinazione originaria dello stabile e ordinare la chiusura del centro islamico. In caso contrario, promette azioni legali, spingendosi fino alla possibilità di adire le vie giudiziarie contro il primo cittadino.

La deputata ha anche ribadito la propria linea politica, già messa in atto a Monfalcone, dove è nota per una politica restrittiva nei confronti dei centri religiosi non riconosciuti dallo Stato:

“Senza un’intesa formale, tutte le moschee sono potenzialmente illegittime. I sindaci hanno strumenti urbanistici sufficienti per intervenire, tutelando la sicurezza e il rispetto delle regole. A Monfalcone lo abbiamo fatto".

Infine, l’eurodeputata ha dichiarato che porterà questa battaglia in ogni Comune “governato dalla sinistra” dove, secondo lei, l’ideologia prevale sul rispetto della legge:

“L’accesso civico e la diffida sono strumenti in mano ai cittadini, non solo dei politici. Nessuno può voltarsi dall’altra parte. Saremo vigili, e agiremo ovunque serva".

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