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Sguardo sulle fragilità
18.07.2025 - 13:20
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La povertà non ha un solo volto, né un’unica storia. A tracciarne i contorni mutevoli, come ogni anno, ci pensa l’Osservatorio delle povertà e delle risorse di Caritas Padova, che nel report 2024 restituisce una fotografia attenta e sfaccettata delle fragilità presenti nel territorio. Un lavoro meticoloso, basato sui dati raccolti dal Centro di ascolto diocesano di via Bonporti, dai 37 Centri di ascolto vicariali, dal Poliambulatorio Caritas, dallo Sportello Disagio finanziario e dalle strutture di accoglienza.
Se il numero complessivo di persone che si sono rivolte alla Caritas nel 2024 – 2.682 – resta sostanzialmente stabile, è il tempo di permanenza nei percorsi di aiuto a crescere. Questo segnala situazioni sempre più complesse e faticose da superare, che richiedono un accompagnamento più lungo e risorse più articolate.
Una prima differenza significativa riguarda la distribuzione geografica degli interventi: al Centro di ascolto diocesano sono stati effettuati 20.345 interventi, mentre nei Centri vicariali se ne contano 3.196, nonostante il numero di persone incontrate sia maggiore in questi ultimi. Questo squilibrio è legato soprattutto alla distribuzione quotidiana di buoni pasto alle persone in stato di marginalità nel centro cittadino.
Un’altra differenza si osserva nella composizione di genere: le donne sono la maggioranza (61,6%) nei Centri vicariali, mentre il Centro di ascolto diocesano vede l’80,9% di utenti uomini. L’età media si concentra nella fascia 35-64 anni, ma non mancano gli anziani, che rappresentano circa il 16% degli utenti nei Centri vicariali.
Dal punto di vista della provenienza, il 48% delle persone incontrate è di cittadinanza italiana, seguiti da cittadini di Marocco (17%), Nigeria (8%), Romania (3,9%), Albania (2,2%) e Tunisia (2,2%). Nei Centri vicariali prevalgono gli italiani (746 su 1.462), mentre il Centro di ascolto diocesano assiste in prevalenza stranieri (237 su 430), soprattutto marocchini, rumeni e nigeriani.
I bisogni rilevati sono spesso multipli: oltre al sostegno economico, emergono problematiche lavorative, abitative, sanitarie e familiari. Questo vale sia per i Centri vicariali che per il Centro diocesano, anche se quest’ultimo concentra la sua attività su persone senza dimora e in grave marginalità.
Nel 2024 Caritas Padova ha attivato anche interventi di accoglienza: 11 persone ospitate in strutture ricettive per 111 notti in situazioni di emergenza e 26 accolte in sei appartamenti parrocchiali gestiti con l’associazione Adam ETS. Tra queste ultime, tre sono nuclei familiari con minori.
A sostegno dell’inserimento lavorativo sono stati avviati sette tirocini e tre borse lavoro in laboratori protetti. Il Poliambulatorio Caritas ha invece assistito 224 persone, offrendo 272 interventi di orientamento sanitario, 88 prime visite specialistiche, 854 cure odontoiatriche e distribuendo 53 paia di occhiali.
Infine, lo Sportello Disagio finanziario ha seguito 14 persone, con 12 colloqui di consulenza e sette richieste di microcredito per un totale di 34.000 euro.
«Il numero di utenti è stabile, ma cresce la complessità delle storie che ci troviamo ad affrontare», sottolinea Lorenzo Rampon, responsabile di Caritas Padova. «I percorsi sono più lunghi, richiedono maggiore impegno e risorse. Spesso ci scontriamo con ostacoli burocratici, ma nonostante tutto, gli operatori e i volontari trovano nella relazione con le persone una fonte di crescita e di speranza».
Una speranza che abita anche le fragilità, nella capacità di resistere, reinventarsi, rialzarsi. E che ogni anno, grazie all’impegno della rete Caritas, trova voce e ascolto nei numeri e nelle storie che compongono la mappa della povertà a Padova.
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