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Attualità
25.07.2025 - 11:26
Foto di repertorio
La Consigliera di Parità della Provincia di Belluno è intervenuta con fermezza dopo il caso di una lavoratrice di Cortina Marketing, società interamente partecipata dal Comune di Cortina d’Ampezzo, a cui è stato negato il diritto di accedere allo smart working, nonostante la richiesta presentata in un contesto di rientro da congedo parentale e impegni di cura familiare.
«È inaccettabile che una società pubblica si sottragga alle regole di conciliazione tra vita privata e lavoro, specialmente in un momento in cui l’Italia e la Regione Veneto promuovono attivamente la parità di genere e il benessere organizzativo», ha dichiarato la Consigliera. La motivazione addotta dall’azienda, legata all’organizzazione delle Olimpiadi, viene definita generica e insufficiente, quasi una scusa politica più che una spiegazione tecnica.
La Consigliera ha inoltre stigmatizzato l’assenza dei vertici aziendali all’incontro ufficiale convocato per discutere la questione, sottolineando come questo comportamento rappresenti un segno di mancanza di rispetto istituzionale e metta a rischio la collaborazione tra enti pubblici, fondamentale per l’attuazione delle norme a tutela della parità di genere (art. 15, D.Lgs. 198/2006).
«Cortina Marketing, in quanto realtà completamente pubblica, deve essere un modello di correttezza e modernità, attuando concretamente i principi costituzionali e le leggi sul lavoro. È tempo di superare vecchie logiche burocratiche e rispondere alle esigenze di un mondo del lavoro in evoluzione», ha concluso la Consigliera.
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