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Il dato
26.07.2025 - 12:17
Foto di repertorio
Più di 9 tasse su 10 vengono pagate dalle famiglie italiane senza passare dal portafoglio, ma attraverso detrazioni in busta paga o voci mascherate nel prezzo dei beni e servizi acquistati. A lanciare l’allarme è la CGIA di Mestre, che nel suo ultimo report denuncia quanto sia “invisibile” il peso fiscale per i lavoratori dipendenti.
Nel 2025, secondo le stime dell’associazione, una famiglia tipo composta da due lavoratori dipendenti con un figlio a carico pagherà complessivamente 20.231 euro tra tasse dirette e indirette.
Il grosso del prelievo – oltre 12.500 euro, il 61,8% – avviene direttamente dalla busta paga lorda, sotto forma di Irpef e contributi previdenziali. Altri 7.087 euro (35%) sono “tasse nascoste” incluse nei consumi quotidiani: dall’IVA sulle bollette, alle accise su carburanti, fino al canone Rai, al bollo auto e al contributo sanitario incluso nell’RC Auto.
Alla fine, il 96,8% del carico fiscale complessivo è già trattenuto a monte, senza che le famiglie ne abbiano piena consapevolezza. Solo circa 640 euro all’anno vengono pagati direttamente, ad esempio per la Tari o tramite sportello/poste per alcune imposte.
Questa modalità di prelievo, spiega la CGIA, crea una profonda differenza nel rapporto tra fisco e contribuenti: i lavoratori dipendenti, subendo la trattenuta automatica, avvertono meno il peso fiscale rispetto ai lavoratori autonomi, che devono invece pagare gran parte delle imposte “di tasca propria”, spesso in un’unica soluzione.
Non a caso, secondo l’associazione, l’insofferenza fiscale è molto più alta tra le partite Iva, che percepiscono più chiaramente l’impatto delle imposte sul proprio reddito.
L’Italia, secondo i dati relativi al 2024, si colloca al sesto posto nell’Unione Europea per pressione fiscale, con un’incidenza pari al 42,6% del PIL. Una percentuale più alta rispetto alla media UE (40,4%) e superiore a quella registrata in Germania (40,8%), Spagna (37,2%), e Paesi Bassi. Solo la Francia (45,2%), la Danimarca (45,4%), e il Belgio (45,1%) ci superano.
A livello territoriale, Roma è l’area con il maggior numero di contribuenti Irpef (2,9 milioni), seguita da Milano (2,5 milioni) e Torino (1,6 milioni). Gli autonomi rappresentano una quota ancora minoritaria: 105.000 a Roma, 96.260 a Milano, 62.000 a Torino.
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