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Padova guida il Veneto nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati

La città promuove percorsi educativi e di integrazione

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Foto di repertorio

Padova si conferma punto di riferimento regionale nell’accoglienza dei minori stranieri soli. Con 136 giovani senza famiglia presi in carico tra città e provincia, il capoluogo euganeo si posiziona al primo posto in Veneto, superando Venezia (115), Verona (109), Vicenza (104), Treviso (61), Rovigo (46) e Belluno (27). I dati emergono dall’ultimo rapporto di Openpolis, elaborato su fonte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

A rendere possibile questo primato è un sistema integrato di accoglienza che non si limita all’ospitalità, ma investe su formazione, inclusione e autonomia. In prima linea il Comune di Padova, che attraverso il progetto SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione segue direttamente 30 minori, ospitati in comunità educative e appartamenti condivisi.

L’obiettivo è chiaro: dare ai ragazzi non solo un rifugio, ma un futuro. I percorsi attivati spaziano dall’apprendimento della lingua italiana (livelli A0-A2), all’inserimento scolastico, fino a esperienze formative e tirocini retribuiti. Un’attenzione particolare è dedicata all’autonomia abitativa e all’inserimento lavorativo, grazie a una solida rete di imprese e agenzie del territorio.

Nel padovano, la provenienza dei minori è variegata: ivoriani, tunisini, bangladesi si aggiungono ai gruppi più numerosi a livello nazionale, ovvero egiziani (22,4%), ucraini (20,5%) e gambiani (10,2%).

Dal novembre 2024 è inoltre attivo “Mentoring in movimento”, progetto innovativo coordinato dal Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova, in collaborazione con Servizi Sociali e Prisma. L’iniziativa coinvolge giovani universitari e anziani residenti in attività condivise con i minori accolti: semplici gesti quotidiani come una passeggiata o una visita culturale diventano occasioni di relazione, ascolto e crescita reciproca.

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