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Moto ondoso in Laguna: il PD chiede un Piano del traffico per proteggere Venezia

Montanariello: “Servono regole chiare e controlli efficaci per tutelare sponde, sicurezza e qualità dell’aria”

Moto ondoso in Laguna: il PD chiede un Piano del traffico per proteggere Venezia

Foto di repertorio

Venezia torna a fare i conti con il moto ondoso, fenomeno che mette a rischio non solo l’integrità delle rive e dei palazzi storici, ma anche la sicurezza della navigazione e la qualità della vita per chi pratica sport in Laguna. A sollevare con forza la questione è il consigliere regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello, vicepresidente della Commissione Trasporti del Veneto, che rilancia la richiesta — già approvata all’unanimità in Consiglio — di un vero e proprio Piano di gestione del traffico lagunare.

Secondo Montanariello, è urgente che la Giunta regionale si attivi coinvolgendo tutte le autorità competenti. “Abbiamo bisogno di regole condivise e strumenti di controllo moderni — afferma — per limitare gli effetti distruttivi delle onde provocate dai natanti”.

La richiesta arriva anche dal ‘Gruppo Insieme’, formato da 42 associazioni sportive di voga, vela e motore, che denuncia una gestione inefficace del traffico acqueo e un pericoloso squilibrio tra logiche economiche e salvaguardia ambientale.

Marco Ghinami, portavoce del gruppo, sottolinea la necessità di un Registro unico dei natanti, l’uso obbligatorio del GPS differenziale, e un hub merci unico con una logistica più sostenibile. “Senza regole chiare e controlli reali — avverte — la sicurezza degli sportivi e la tutela della città rimarranno a rischio”.

Oltre alla sicurezza, c’è il nodo dell’inquinamento atmosferico: “Chi fa sport in laguna respira fino a 150 litri al minuto — osserva Conz — servono limiti precisi per velocità, altezze d’onda e nuove centraline per monitorare le emissioni”.

Le proposte includono anche l’introduzione di premi di velocità per le imbarcazioni più rispettose, l’inserimento di regole specifiche nella Legge Speciale per Venezia, e il riconoscimento del Mediterraneo come area ECA per il controllo delle emissioni navali.

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